139 CONDIVISIONI
Covid 19

Il pasticcio del vaccino anti-influenzale: ogni Regione va per conto proprio e nessuno interviene

Secondo un’indagine di Cittadinanzattiva, le Regioni italiane si stanno organizzando ciascuno a proprio modo per quanto riguarda la campagna per il vaccino anti-influenzale, cruciale anche nell’ottica di facilitare la diagnosi di positività a Sars-Cov-2 e ridurre il sovraccarico del sistema sanitario. Ma solo in 10 anni partecipato. Gaudioso: “Nei prossimi giorni valuteremo tutte le possibili azioni da mettere in campo per far rispettare il “sacrosanto” diritto di accesso dei cittadini a queste informazioni fondamentali, non escludiamo di ricorrere al Tar”.
A cura di Ida Artiaco
139 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

In attesa di notizie sugli sviluppi del vaccino anti-Coronavirus, che secondo alcuni esperti potrebbe arrivare già a fine anno, è partita in numerose regioni italiane, senza tuttavia un piano unitario, la corsa al vaccino anti-influenzale, considerato cruciale anche per fronteggiare l’emergenza Covid-19. In alcune, infatti, le campagne sono già partite, come Lazio e Campania, in altre invece inizierà a breve. Ciò che è certo è che ognuna fa da sé: c’è chi estende gli orari di apertura dei centri vaccinali, chi ha intenzione di aprire dei drive-in, chi autorizza le farmacie a somministrarli e chi organizzerà dei vaccines day, e addirittura chi ha secretato qualsiasi tipo di informazione. È quanto emerge da un'indagine condotta da Cittadinanzattiva sulla prossima campagna per la vaccinazione antinfluenzale.

L'indagine di Cittadinanzattiva

L’Associazione ha dato infatti il via a settembre ad una analisi relativa all'approvvigionamento dei vaccini da parte delle regioni, attraverso lo strumento dell’accesso civico generalizzato, (noto come Foia italiano) che a partire dal 2016 permette anche ai singoli cittadini e alle associazioni come Cittadinanzattiva di chiedere conto alle pubbliche amministrazioni di dati da esse detenuti e che devono essere accessibili a tutti. Le amministrazioni sono tenute a rispondere alle richieste entro 30 giorni. Alle regioni è stato sottoposto un set di domande specifiche sulle gare di acquisto dei vaccini e domande di carattere più generale relative alle disposizioni che le regioni stanno adottando per anticipare la campagna vaccinale rispetto agli anni precedenti. Una operazione, questa, fondamentale, dal momento che anche il ministero della Salute, data la pandemia da Covid-19, nella circolare del 4 giugno ha esteso la raccomandazione alla vaccinazione antinfluenzale a partire dai 60 anni di età e ai bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, nell'ottica di facilitare la diagnosi di positività a Sars-Cov2 e ridurre il sovraccarico del sistema sanitario. Lo studio in questione prende in considerazione le risposte ricevute entro il 7 ottobre 2020. Ma solo in 10 hanno partecipato, e cioè Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta.

Gaudioso: "Valutiamo ricorso al Tar"

"È molto grave che solo 10 Regioni abbiano risposto alla nostra richiesta di accesso civico, in particolar modo in questo periodo, in cui ci sarebbe bisogno della massima trasparenza, anche per fugare dubbi su chi ha affrontato la necessità di approvvigionarsi in tempo di vaccini anti influenzali, e poter intervenire prontamente a supporto delle popolazioni delle regioni in cui questo non sia ancora avvenuto, o sia avvenuto solo parzialmente", ha commentato il segretario generale di Cittadinanzattiva, Antonio Gaudioso. "Nei prossimi giorni valuteremo tutte le possibili azioni da mettere in campo per far rispettare il "sacrosanto" diritto di accesso dei cittadini a queste informazioni fondamentali, non escludiamo di ricorrere al Tar".

I dati dell'indagine: scorte e pazienti

Tra i dati più significativi dell’indagine di Cittadinanzattiva, le date di aggiudicazione delle gare. Le regioni che hanno risposto, hanno indetto gare tra aprile (Lazio, Puglia, Campania, Emilia) e settembre (Abruzzo) e chiuso tra maggio e settembre, comunque prima dell’avvio della campagna vaccinale, anche se con una variabilità a seconda della tipologia di vaccino. Anticipando le gare è stato possibile, almeno in queste regioni, iniziare prima la campagna vaccinale rispetto agli anni precedenti. Ci sono poi regioni che mostrano incrementi di dosi notevoli come il Lazio +112%; la Puglia + 320%; la Sicilia 65%; la Toscana 68%. Altre mostrano incrementi meno marcati come la Campania +20% e l’Emilia che comunque prevede un possibile ulteriore 20%. In tutte le regioni comunque l’avvio della campagna vaccinale è prevista tra il 1 ottobre ed il 15 ottobre, in molti casi la campagna sarà estesa fino al 31 gennaio 2020. La regione Sicilia ha poi esteso ai contatti stretti di bimbi fino a 6 mesi e per i soggetti eni (europei non iscritti come i rom) e gli extracomunitari oltre ad introdurre l’obbligo vaccinale per il personale sanitario pena l’inidoneità temporanea all’attività. "Le risposte – ha denunciato Cittadinanzattiva – fornite sono state disomogenee, in alcuni casi le regioni hanno risposto in maniera puntuale ad ogni quesito che gli abbiamo sottoposto, in altri casi hanno risposto solo alle domande relative alle gare per l’approvvigionamento dei vaccini, in altri ancora hanno rimandato a ordinanze o delibere regionali".

139 CONDIVISIONI
32800 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views