Il giallo dello sciatore riemerso dal ghiacciaio dopo 50 anni: identificato grazie ai social

Dopo anni di ricerche, analisi sui reperti e appelli vari, ha finalmente un nome lo sciatore misterioso i cui resti erano riemersi dopo 50 anni dai ghiacci del Cervino, in Valle D'Aosta. Si tratta di Henri Joseph Leonce Le Masne, un francese di 35 anni scomparso nel marzo del ‘54 mentre era impegnato in una escursione in Valtournenche, a oltre tremila metri di altezza. L'uomo era rimasto sepolto tra i ghiacciai del Cervino e dopo 50 anni nessuno lo cercava più. Quando ci si è imbattuti nei suoi resti, nel 2005 dopo lo scioglimento del ghiacciaio, infatti nessuno era riuscito a ricondurli a lui nonostante esami specifici del polizia scientifica e ricerche nella banca dati delle persone scomparse
Un vero e proprio mistero che probabilmente sarebbe rimasto tale se non ci fossero stati i social. È infatti grazie a un post pubblicato sui profili social della Polizia di Stato che una nipote dell'uomo è venuta sapere del ritrovamento dei resti, mettendosi in comunicazione con le autorità italiane che infine hanno accertato l'identità dello scomparso attraverso l'analisi del dna. "Gli indizi sono tanti ma non c’è nessun riscontro, nemmeno a livello internazionale, con le persone di cui è stata denunciata la scomparsa. Eppure di lui sappiamo tanto" avevano spiegato dalla polizia dopo tredici anni di indagine tecnico-scientifica
Era stata la Procura di Aosta a disporre la diramazione dei contenuti dell’indagine attraverso i mass media e la pagina Facebook della Questura di Aosta, con la richiesta di darne la più ampia diffusione anche oltralpe, ed in particolare in Svizzera e in Francia. Il 29 giugno l’appello veniva postato anche sulla pagina Facebook della Polizia di Stato “Agente Lisa”, con l’invito a rivolgersi alla polizia per “dare un volto e un nome allo sciatore ritrovato". Proprio sotto al post è comparso il messaggio di una donna Emma Nassem che in francese spiegava: "Chi contattare? Probabilmente conosco questa persona. Penso sia mio zio". Da li i contatti diretti con la polizia italiana, il coinvolgimento del padre della dona e fratello dello scomparso che si è sottoposto a prova del dna che ha accertato finalmente l'identità dell'uomo