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Guerra in Ucraina

Il Generale Bertolini spiega perché i russi vogliono conquistare le centrali nucleari

Qual sia il valore strategico delle centrali nucleari all’interno della guerra tra Ucraina e Russia e quali i rischi per l’Europa lo spiega a Fanpage.it il Generale Marco Bertolini.
A cura di Chiara Ammendola
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Dopo ore di assedio e nonostante la protesta dei cittadini ucraini che hanno provato a difendere la città e respingere i soldati, le truppe russe hanno conquistato la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa e la quinta al mondo, situata nel sud-est dell'Ucraina. L'annuncio, dato dalle forze militari di Mosca, è stato confermato da Rafael Grossi, direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), che ha poi espresso preoccupazione per l'accaduto. La centrale di Zaporizhzhia ospita sei dei quindici reattori del paese e secondo il generale Marco Bertolini, già comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze e della Brigata Folgore, Presidente dell'Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia, sarebbe proprio questo il motivo dell'attacco: "Un Paese che vuole prendere il controllo di un altro Paese, deve prendere il controllo dei punti strategici, a partire dalle fonti di comunicazione ed energetiche – ha spiegato il Generale a Fanpage.it – avere il controllo di migliaia di ettari di territorio ma non avere il controllo delle centrali nucleari e di quelle elettriche servirebbe a poco. Le centrali nucleari sono quelle strutture che servono a fare andare avanti il Paese. Il loro controllo è fondamentale".

Le truppe russe hanno preso il pieno controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa. Cosa significa?
La guerra è una manifestazione umana molto complessa, che si sviluppa con atti diversi tra loro. Ci sono azioni sul campo e anche mediatiche, alle quali stiamo assistendo quotidianamente, ma un Paese che vuole "conquistare" un altro Paese se così vogliamo dire, deve prendere il controllo dei punti strategici, a partire dalle fonti di comunicazione e dalle fonti energetiche. Quindi l'operazione militare di Zaporizhzhia è finalizzata proprio a questo: avere il controllo di migliaia di ettari di territorio ma non avere il controllo delle centrali nucleari e di quelle elettriche in generale che lo alimentano, servirebbe a poco. Le centrali nucleari sono quelle strutture che servono a fare andare avanti il Paese. Il loro controllo è fondamentale, che sia per prevenirne il sabotaggio o anche per sabotarle, ovviamente dipende dal disegno di manovra che è stato fatto, ma controllare le fonti di energia è essenziale per un Paese che entra in un Paese straniero.

E allora perché Chernobyl? 
Quella di Chernobyl può essere considerata diversamente. Per la sua valenza simbolica, un Paese che vuole controllare un altro Paese deve prendere un sito come Chernobyl. La Russia si è posta in questo caso da un punto di vista concettuale la volontà di controllare siti come quello. Da un punto di vista militare invece, sono convinto che la presa di questi siti nucleari non aggiungano molto alle operazioni, però diciamo che sono atti che favoriscono il controllo del paese da parte dei russi. I russi per adesso non hanno ancora espresso il loro potere nei confronti delle città, a parte Kharkiv che è di fatto l'unica teatro di battaglie via terra e oggetto di continui bombardamenti. Per adesso stanno occupando soprattutto le campagne, perché controllando le campagne insieme alle fonti di energia si arriva al controllo della città. Una volta si faceva l'assedio al castello, ma la strategia consisteva nel bloccare le vie di accesso al castello che fornivano viveri e permettevano di entrarvi: se io non voglio occupare il castello, quindi la città in questo caso, ma la voglio assediare una cosa che devo fare è fermare l'erogazione dell'energia, a maggior ragione una centrale grossa come questa che non si limita a fornire energia per una sola città ma probabilmente fornisce energia a gran parte del Paese.

Il Generale italiano Marco Bertolini
Il Generale italiano Marco Bertolini

Dunque non vi è nessuna minaccia per l'Europa?
Io non penso che l'interesse di Putin sia quello di attaccare militarmente l'Occidente, lui vuole che l'Ucraina sia neutrale e vuole il controllo della Crimea e del Donbass probabilmente. Lui non può accettare di avere la Nato ai confini perché percepita come ostile dalla Russia, non può rinunciare alla Crimea significa non avere la Flotta russa nel Mar Nero che rappresenta la sua presenza nel Mediterraneo e in Europa. Se dovesse accadere, la Russia sarebbe destinata a un progressivo depauperamento e sarà costretta a schiacciarsi in Asia e per questo sarebbe una sconfitta epocale.

Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni? 
Io spero che i negoziati vadano avanti, perché l'alternativa è una guerra senza quartiere, nella quale ci sarà uno dei due che viene sconfitto. Una sconfitta militare innescherebbe delle rivendicazioni che si protrarrebbero per un tempo indeterminato, come è accaduto nei Balcani dove la Serbia dopo la sconfitta ha perso tutto. E il rancore di quella guerra non verrà mai estinto. Se dovesse accadere la stessa cosa, sarebbe terribile e pericoloso. Entrambi dovranno rinunciare a qualcosa probabilmente però la soluzione diplomatica è l'unica via: solo trovando un accordo si potrà parlare di pace.

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