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Il figlio alpinista muore sul Cervino dopo una gara: la madre discute tesi per lui

Luca Borgoni aveva 22 anni e stava per laurearsi in Biologia molecolare. Ma lo scorso 8 luglio è stato vittima di un incidente in montagna.
A cura di Biagio Chiariello
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Quella tesi per la laurea triennale in Biologia molecolare, Luca Borgoni, 22 anni, atleta, skyrunner e alpinista di Cuneo, l’aveva consegnata lunedì 3 luglio, appena dieci minuti prima della scadenza. Avrebbe voluto festeggiare quell’importante passo della carriera studentesca scalando il Dhaulagiri in Nepal, la settima montagna più alta del mondo (8.167 metri) e compiere la discesa in snowboard. Ma lo scorso 8 luglio, Luca è morto sul Cervino dopo una gara “Vertical” di corsa in montagna. Una tragedia immane che ha sconvolto tutta la comunità cuneese, oltre che quella accademica. Ai suoi funerali hanno partecipato centinaia di persone, c’erano anche i professori del giovane universitario. Alcuni di loro hanno voluto che il sogno di Luca si realizzare. “Signora, venga lei a discuterla”, hanno proposto alla madre del ragazzo.

Mamma Cristina discute la tesi dell'amato figlio

E così oggi la madre Cristina Giordana (che Luca ha lasciato insieme al padre Vittorio e alla sorella Giulia) si è presentata con la tesi del figlio nell’aula magna della facoltà di Biologia per le sedute di laurea. "Era la cosa più naturale, giusta e normale da fare. Sono molto stupita da tutta questa attenzione" spiega la donna Tra le mani un attestato di laurea, del valore simbolico, con il nome del figlio e il suo elaborato, un trattato sugli effetti del succo di barbabietola sulla prestazione sportiva ad alta quota. “Lo faccio per l’empatia che mi legava a Luca – spiega Cristina, che insegna Scienze e Matematica alle scuole medie -. Sapevo tutto di lui, e so tutto di questa tesi. Secondo motivo è perché mi mancavano pochi esami per la seconda laurea in Biologia. Non li diedi perché arrivò il concorso per diventare un’insegnante di ruolo. O forse non li ho dati perché dovevo fare quest’ultimo passo per Luca”.  Un modo per chiudere il cerchio delineato dal figlio tragicamente scomparso. Ma anche un motivo di soddisfazione personale. La laurea "è l'unico titolo di studio che non ho e, forse, c'era un motivo – racconta ancora la donna fuori dalla facoltà di Biologia -, che la tesi di laurea doveva essere quella di Luca…".

L'amore di Luca per l'alpinisimo

Cristina poi spiega in cosa consiste la tesi del suo Luca. Nella mente, allenarsi per. “Tutta la tesi è impostata sulla scalata al Dhaulagiri, sulla passione di Luca per la quota, dove la performance di una persona si riduce per colpa della pressione e mancanza di ossigeno. Luca esamina le caratteristiche dei tibetani, che nascono e vivono a 4.000 metri, sviluppando un processo fisico per cui producono composti di azoto nel sangue, vaso dilatatori naturali che aiutano a sopportare la fatica”. Anche il succo di barbabietola contiene un composto di azoto. “Uno schifo da bere, sapore pessimo, Luca lo odiava – continua a sorridere Cristina -, ma è dimostrato che aiuta gli atleti a rendere di più nelle condizioni estreme”.

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