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News sull'omicidio di Anica Panfile a Treviso

Il corpo di Anica Panfile gettato in acqua da un ponte dopo l’omicidio: “Il killer conosceva la zona”

Il corpo di Anica Panfile sarebbe stata gettato dal ponte di via Barcador. Il killer, secondo gli investigatori, conosceva bene la zona e avrebbe portato lì il corpo della 31enne sicuro di poterlo abbandonare e allontanarsi passando inosservato.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Il corpo esanime di Anica Panifle sarebbe stato gettato dal ponticello di via Barcador a Lovadina, in provincia di Treviso. Subito dopo, il killer si è allontanato, forse a piedi. Sarebbe questa la ricostruzione delle ultime ore di Anica fatta dalle forze dell'ordine nella fase iniziale delle indagini.

Venerdì pomeriggio, i militari dell'arma hanno trascorso diverso tempo nei pressi del ponte di via Barcador, alla ricerca di tracce che possano sostenere la pista dell'omicidio che al momento è più di un ipotesi.

Si era pensato che il corpo della donna potesse essere stato gettato dal ponte dell'A27, ma il procuratore capo Marco Martani ha definito l'ipotesi improbabile, visto che il viadotto dell'autostrada è protetto da reti piuttosto alte.

Improbabile, dall'altro canto, che il cadavere sia stato portato lì dove poi è stato ritrovato da un pescatore nella mattinata di domenica: una zona troppo difficile che può essere raggiunta solo attraversando proprietà private, superando siepi di rovi e lasciando l'auto molto lontano. Anica, secondo gli inquirenti, è stata uccisa altrove.

Da qui l'ipotesi che il corpo possa essere stato gettato dal ponticello di via Barcador, sotto il quale scorre un canale artificiale che sfocia sul Piave. Il canale si trova a 500 metri a nord dal punto in cui domenica mattina è stato trovato il cadavere della 31enne. Secondo gli inquirenti, il killer avrebbe abbandonato lì il corpo spinto da un'ottima conoscenza delle zone e immaginando con tutta probabilità che sarebbe stato trasportato più lontano dalla corrente.

I carabinieri stanno passando al setaccio le immagini delle telecamere della zona nel comune si Spresiano su tutte le principali vie d'accesso. Se qualcuno ha raggiunto via Barcador con il corpo di Anica, è stato quasi sicuramente immortalato dai sistemi di videosorveglianza. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Valeria Peruzzo, sono ancora alle prime fasi. Non vi sono indagati o misure restrittive, né sono previste disposizioni imminenti.

Le ultime ore di Anica Panfile

I carabinieri stanno cercando di ricostruire le ultime ore di Anica Panfile, avvistata per l'ultima volta nella giornata di giovedì intorno alle 16.30 davanti al negozio Arcade Bike. La 31enne si trovava nei pressi della casa del suo ex datore di lavoro, Franco Battaggia, con il quale aveva avuto un appuntamento poco prima.

L'uomo ha confermato di aver incontrato Anica nel primo pomeriggio di quel giorno a Santa Bona per consegnarle il Cud, poiché fino a novembre la donna aveva lavorato nella pescheria El Tiburon di Battaggia a Spresiano. Il resto del pomeriggio, però, è ancora un punto interrogativo. 

Del tutto allontanata l'ipotesi del suicidio, già respinta dal compagno di Anica che per primo ha lanciato l'allarme dopo aver atteso invano il suo ritorno a casa nel pomeriggio del 18 maggio scorso. La donna era uscita di casa per andare a lavorare nella cucina di una casa di riposo della zona e per ritirare il certificato fornito dall'ex datore di lavoro. Il compagno e i figli, avuti da una precedente relazione, la attendevano a casa.

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