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Il carabiniere che sul pc aveva 100mila foto pedopornografiche: “Anche di torture su bambini”

Navigando su alcuni siti di dark web il militare dell’Arma sarebbe riuscito a procurarsi materiale pedopornografico. In particolare 97.494 fotografie e 48 video, materiale sequestrato all’esito delle perquisizioni domiciliari. L’uomo, 48enne brindisino, è un appuntato scelto dei carabinieri, addetto al Nucleo Tribunale dei carabinieri di Bari, nei confronti del quale domani inizierà il processo: avrebbe visionato le scabrose immagini anche in caserma.
A cura di Biagio Chiariello
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Quasi centomila immagini e video pedopornografici che guardava anche coi computer della caserma di Castellana Grotte prima e del Tribunale di Bari poi, dove prestava servizio. Sono accuse pesantissime quelle nei confronti di una carabiniere di Ostuni (in provincia di Brindisi), appuntato 48enne attualmente agli arresti domiciliari, per cui domani inizierà il processo dinanzi al Tribunale di Bari. Nei confronti del militare sono state formulate le accuse di detenzione di materiale pedopornografico e peculato.

Centomila immagini scaricate sul computer

I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra ottobre 2017 e l'ottobre dello scorso anno quando poi il carabiniere è stato scoperto e arrestato. Stando alle indagini della Polizia postale, coordinate dal pm Michele Ruggiero, per il "desiderio continuo di appagare la propria concupiscenza", il militare dell'Arma (già degradato) sarebbe riuscito a procurarsi dal dark web immagini (consistenti in fotografie e video) di minori "anche in tenerissima età" immortalati "in pose e atteggiamenti esplicitamente a sfondo sessuale, ovvero intenti a consumare rapporti e atti sessuali con altri minori o con adulti" e "in taluni casi in condizioni di costrizione fisica e di vera e propria tortura". Avrebbe poi salvato tutto il materiale su chiavette usb, tablet e smartphone. Gli inquirenti hanno accertato il possesso, nei dispositivi informatici analizzati, di 97.494 immagini pedo-pornografiche e 48 filmati dello stesso contenuto. I reati oggetto di indagini sono stati commessi anche negli uffici del Nucleo Tribunali del Palazzo di giustizia di Bari al quartiere Poggiofranco, dove il 48enne avrebbe visionato le immagini.

Il carabiniere è accusato anche di peculato

In relazione invece al reato di peculato contestato nell’inchiesta gli inquirenti hanno dimostrato che l'uomo, nella sua qualità di pubblico ufficiale, durante il servizio espletato» nella stazione dei carabinieri della provincia di Bari – "e di seguito durante il servizio di vigilanza al Palazzo di giustizia di Bari, indebitamente utilizzava – per visionare le immagini e i video a contenuto pedopornografico ovvero per effettuare operazioni tipo creazione o modifica dei file a carattere pedopornografico – i computer (appartenenti all’Arma dei carabinieri e al Ministero della Giustizia) in dotazione agli uffici e di cui aveva la disponibilità, collegandosi alla rete elettrica di alimentazione".

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