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Ibrahim ucciso dalla leucemia, è morto il ragazzo che sognava di diventare Cristiano Ronaldo

Ibrahim Gaye, un giovane del Gambia arrivato in Italia quando era poco più che un bambino, è morto a Palermo, stroncato dalla leucemia. A raccontare la storia di questo giovane, che sognava di diventare un calciatore e aiutare la sua famiglia, il quotidiano Repubblica. Anche Laura Pausini lo ha ricordato: “Solo pochi giorni fa scherzavo con lui al telefono e ci siamo promessi di cantare insieme presto”.
A cura di Susanna Picone
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Ibrahim Gaye non ce l’ha fatta. È morto il giovane del Gambia scappato dal suo Paese quando era poco più di un bambino e arrivato in Italia dopo aver affrontato deserto, prigionia e la traversata del Mediterraneo. Ibrahim aveva la leucemia. A raccontare la sua storia è stato il quotidiano Repubblica, che ha dato anche la notizia della sua scomparsa. Il ragazzo gambiano è morto ieri, dopo due giorni in cui il quadro clinico era peggiorato. “È finita”, diceva due giorni fa, forse consapevole dopo l’ultimo ricovero al reparto di Ematologia dell’ospedale Civico di Palermo che non sarebbe guarito. E che non avrebbe realizzato il suo sogno, quello di diventare un calciatore come il suo idolo, il campione della Juventus Cristiano Ronaldo. Sognava di lasciarsi alle spalle la povertà e poter finalmente aiutare la sua famiglia. All’indomani della pubblicazione della sua testimonianza su Repubblica in tanti avevano scritto messaggi di sostegno al giovane gambiano. “Nel mondo c’è tanta gente buona”, ripeteva, “ora tutti sanno chi è Ibrahim”.

Il ricordo di Laura Pausini – Anche Laura Pausini, la sua cantante preferita, lo aveva chiamato dopo aver letto la sua storia e qualche ora fa, dopo aver saputo della morte del giovane, ha affidato i suoi pensieri a Instagram. “Ho conosciuto Ibra grazie a un articolo che Repubblica gli ha dedicato sulla sua storia dal Gambia a Palermo – ha scritto la cantante postando anche una foto del giovane -. Ho visto la mia foto sulla parete della sua camera in ospedale e quindi l’ho cercato e l’ho chiamato. Solo pochi giorni fa scherzavo con lui al telefono e ci siamo promessi di cantare insieme presto…oggi Ibra è volato in cielo ma non ci sono dubbi che penserò a lui nel mio prossimo concerto”. Il giovane che sognava di diventare un calciatore si era fatto voler bene da tutti in ospedale. Conosceva tutti nel reparto e tutti lo conoscevano: a una specializzanda ha lasciato la foto di Laura Pausini e un quaderno con alcune ricette del Gambia: “Dovevo prepararle per lui quando fosse uscito dall’ospedale”, racconta.

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