I presidi sull’ipotesi di prolungare l’anno scolastico: “Problemi tecnici e nodo esami di Maturità”

Prolungare la fine dell'anno scolastico fino a fine giugno stravolgendo il calendario per "recuperare i mesi persi con l’emergenza pandemia". Si tratta solo di un'indiscrezione, ma l'ipotesi che avrebbe avanzato il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, ha ben presto fatto il giro delle scuole e delle associazioni di insegnanti e studenti. Tuttavia, seppure si tratta al momento solo di parole, non si può non considerare la complessità di un'operazione simile. "Trattandosi di indiscrezioni aspetterei di leggere delle proposte organiche prima di esprimere un giudizio", ha commentato a Fanpage.it Antonello Giannelli, presidente dell'Anp, l'associazione nazionale dei dirigenti scolastici, il quale ha aggiunto che "ci sono questioni tecniche da affrontare prima di prendere simili decisioni".
Qualche esempio? "Pensi all'utilizzo dei docenti. Molti di coloro che sono impegnati negli esami di Maturità, che cominciano proprio a metà giugno e finiscono a luglio inoltrato, hanno anche altre classi da seguire. Come si potrebbe risolvere questo nodo?", ha sottolineato Giannelli, che ha anche sottolineato come sia improprio parlare di un prolungamento dell'anno scolastico per recuperare i giorni persi. "A casa i nostri ragazzi e i docenti hanno lavorato in tutti questi mesi. Il punto non è recuperare i giorni persi a scuola in presenza, perché a questo punto potrebbe non bastare neppure tutta l'estate, quanto quello di recuperare le carenze formative. Siamo certi, anche se mancano dati ufficiali, che ci siano buchi a macchia di leopardo nella preparazione degli studenti che vanno individuate e colmate il prima possibile".

Per Giannelli le urgenze su cui lavorare dal punto di vista del sistema scolastico sono altre. "C'è bisogno di investimenti e programmi a lungo termine, che cambino strutturalmente il sistema scolastico a partire dall'edilizia, che va ripensata, resa più sicura, dotata di un migliore cablaggio e della rete internet che permetta di fare didattica anche in presenza ma basata su contenuti multimediali. È necessario investire nella formazione del personale e cambiare il meccanismo delle assunzioni degli insegnanti, che è lo stesso da decenni ma che ormai non funziona più. Draghi, da grande economista, sa bene quanta importanza la scuola rivesta nella nostra società, anche perché il Pil dipende anche dal livello di istruzione medio dei cittadini, che può essere raggiunto solo mettendo in campo interventi di questo tipo".