I macabri dettagli del delitto di Lignano: “Ho sgozzato prima lui e poi la moglie”

Il duplice omicidio di Lignano Sabbiadoro, quando lo scorso 19 agosto furono massacrati a casa loro Paolo Burgato e Rosetta Sostero, da due giorni ha un responsabile che ha confessato. È Lisandra Aguila Rico, una ragazza cubana di 21 anni che viveva a Lignano e lavorava in una gelateria vicino al negozio della coppia. Il terribile delitto l’ha compiuto insieme al fratello, Reiver Laborde Rico, di tre anni più grande di lei. La giovane continua a dire di aver ucciso da sola la coppia ma gli inquirenti cercano anche Reiver, forse a Cuba e tuttora non reperibile, perché convinti che entrambi abbiano impugnato un coltello. A loro due gli inquirenti sono arrivati grazie agli esami compiuti sul posto e sulle vittime e alle intercettazioni telefoniche.
La confessione di Lisandra dinanzi al pm Claudia Danelon è stata piena di dettagli, la giovane ha provato a ricostruire la notte del delitto dicendo che il fratello avrebbe avuto un ruolo minore. I coniugi Burgato sono stati uccisi perché i due fratelli erano stati riconosciuti, è stata quella la loro condanna a morte. Il signor Burgato, nelle parole di Lisandra, aveva chiamato per nome suo fratello che in quel momento ha perso la testa e ha iniziato a picchiarlo. Poi ci sono state botte anche per la moglie che cercava di difendere il marito fino a che sarebbe stata lei a perdere la testa e a impugnare il coltello: “Ho preso il coltello più grande che avevo appoggiato per terra e ho tagliato la gola al signor Burgato e poi anche alla signora…”. Ho fatto tutto io, ha ripetuto la giovane cubana agli inquirenti nel corso del lungo interrogatorio.
Da incensurati a feroci assassini – In questo modo i due giovani incensurati si sarebbero trasformati in due feroci assassini, così avrebbero compiuto un delitto che non rientrava nei loro programmi. Sono entrati in casa della coppia perché volevano dei soldi, entrambi i fratelli volevano tornare a Cuba, conoscevano le possibilità dei coniugi di Lignano Sabbiadoro e perciò aveva deciso di rapinarli. Ma loro non cedevano. Il pm, mentre è caccia al fratello di Lisandra, parla ora di “movente predatorio” e contesta l’omicidio pluriaggravato caricandolo della premeditazione nonostante si è portati a pensare che l’omicidio non fosse nei piani dei ragazzi. Lisandra non avrebbe voluto, ripete il suo legale, che le cose finissero così.