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Conflitto Israelo-Palestinese

Guerra a Gaza, Aldo Giannuli: “Governo israeliano terrorista come Hamas”

Aldo Giannuli, direttore del centro studi Osservatorio Globalizzazione, a Fanpage.it: “Che quelli di Hamas siano dei terroristi è impossibile negarlo, però gli israeliani non sono diversi. Anzi, sono perfettamente uguali. I primi piazzano le batterie lanciarazzi in mezzo alla popolazione civile usandola come scudo umano, i secondi però se ne fregano, non si fanno problemi a bombardare e hanno ucciso più di 50 bambini”.
A cura di Davide Falcioni
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"Hamas è un'organizzazione terrorista, ma terrorista è anche il governo israeliano". Non usa mezze misure Aldo Giannuli, politologo, storico e direttore del centro studi Osservatorio Globalizzazione per definire quello che sta accadendo negli ultimi giorni nella Striscia di Gaza, autentica "prigione a cielo aperto" in cui vivono circa 1,8 milioni di persone periodicamente bombardate da uno degli eserciti più armati del mondo, quello di Tel Aviv. Intervistato da Fanpage.it, Giannuli ha chiarito che non può esserci nessuna soluzione militare del conflitto israelo-palestinese, ma ha anche attaccato le diplomazie delle grandi potenze mondiali – in primis quelle dell'Unione Europea – per l'immobilismo e la timidezza con la quale stanno affrontando una situazione che – giorno dopo giorno – si fa sempre più drammatica. A farne le spese infatti sono in prima battuta centinaia di civili palestinesi uccisi dalle bombe.

Partiamo dagli Stati Uniti: sulla questione israelo-palestinese Biden non sembra intenzionato a marcare una vera differenza con Trump. Poco prima dell’offensiva israeliena ha inviato a Tel Aviv armi per oltre 730 milioni di dollari. Che ruolo giocheranno gli USA in questa crisi?
Il conflitto israelo-palestinese è diventato da tempo un attrattore mondiale del conflitto, un po' come quando in un corpo umano si crea un punto particolarmente sensibile alle infezioni ed è poi lì che insistono tutte le malattie. In quell'area del mondo convergono interessi e tensioni non solo degli Stati Uniti, ma anche del mondo arabo, dell'Iran, della Turchia, dell'Unione Europea e di tutte le altre grandi potenze, tutte pronte a "inzupparci il pane", come si suol dire. Direi che quello che sta accadendo in questi giorni è il prodotto degli Accordi di Abramo siglati a Washington lo scorso anno tra Israele, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Stati Uniti. Il blocco sunnita – a cui fa riferimento anche Hamas – ha stretto un'alleanza con Israele in chiave anti iraniana, paese sciita nemico proprio dell'Arabia Saudita ma a sua volta alleato di Hamas. Come vede la situazione è particolarmente intricata. Fin quando prevarranno le "tifoserie" degli opposti estremismi non se ne verrà a capo. In questo quadro però spicca l'irresponsabilità dell'Unione Europea.

Aldo Giannuli
Aldo Giannuli

In effetti dall'UE arrivano quotidiani appelli al "cessate il fuoco", ma non molto altro, almeno all'apparenza…
Che quelli di Hamas siano dei terroristi è impossibile negarlo, però gli israeliani non sono diversi. Anzi, sono perfettamente uguali. I primi piazzano le batterie lanciarazzi in mezzo alla popolazione civile usandola come scudo umano, i secondi però se ne fregano, non si fanno problemi a bombardare e hanno ucciso più di 50 bambini nel giro di pochi giorni. In questa situazione il ruolo dell'Unione Europea – sempre ammesso che si possa considerare una "grande potenza" – dovrebbe essere quello di condurre un'offensiva mediatica molto forte per convincere i cittadini israeliani e palestinesi che non c'è una soluzione militare del conflitto e che loro sono destinati a fare i "gladiatori", carne da macello. Il problema, però, è che in entrambi gli schieramenti hanno vinto i "falchi": da una parte la destra di Benjamin Netanyahu, dall'altra gli islamisti di Hamas. Israeliani e palestinesi sono in guerra ormai da oltre 70 anni, ma non vedo un'adeguata offensiva diplomatica da parte di chi dovrebbe avere tutto l'interesse a spegnere questo focolaio dietro la porta di casa. Parlo, per l'appunto, dell'Europa.

La Cina ha offerto a Israele e leadership palestinese la possibilità di organizzare un negoziato di pace. Il ministro degli esteri Wang Yi  ha rilanciato la proposta della nascita di uno stato palestinese basato sui confini del 1967 e con Gerusalemme est capitale. Come mai? Che ruolo ricopre la Cina in quell’area?
In quell'area passa una delle "vie della Seta" quindi a Pechino converrebbe molto questa soluzione, ma che Israele possa accettare di ritirarsi entro i confini del 1967 mi sembra davvero impossibile: significherebbe rinunciare a Gerusalemme, alle alture del Golan, alle colonie in Cisgiordania. Impossibile che Tel Aviv accetti queste condizioni, tanto più perché ormai non sono richieste neppure dai palestinesi. Certo, se poi ci dovesse essere un'azione congiunta di Cina, Stati Uniti, Russia e Unione Europea la situazione potrebbe cambiare, ma non mi sembra un'ipotesi realistica.

Nei giorni scorsi il presidente turco Erdogan ha chiesto di fermare le bombe su Gaza. "Consegnare" la causa palestinese alla Turchia di Erdogan – il massacratore dei curdi – è un capolavoro di diplomazia o di miopia?
È un capolavoro di idiozia soprattutto per l’Italia, il cui "estero" vicino è stato fagocitato dalla Turchia. Di questo passo diventeremo un protettorato turco…

A proposito del nostro paese. Arafat nei suoi diari scrisse: “L’Italia è la sponda palestinese del Mediterraneo”. Effettivamente la politica italiana ha una lunga storia di solidarietà con il popolo palestinese (Andreotti, Craxi, Berlinguer…). Da anni, però, questa solidarietà è venuta meno. Perché?
Quelli che lei mi ha citato erano politici, questi di oggi sono saltimbanchi. Cosa pretende, con un ministro degli esteri come Di  Maio e un segretario del PD come Letta, che ha manifestato per Israele al fianco di Salvini? Come si può pensare che sulla questione israelo-palestinese facciano cose intelligenti come quelle che erano in grado di fare personaggi come Craxi e Andreotti? Eppure l'Italia avrebbe tutto l'interesse a trovare una soluzione vista la sua posizione geografica e gli interessi economici in campo: quello che Roma dovrebbe fare sarebbe sollecitare una presa di posizione decisa nell'Unione Europea. Ma Di Maio non sa neppure dove siano Israele e Palestina, gli andrebbe prima regalato un atlante…

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