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Conflitto Israelo-Palestinese

Usa, Biden approva la vendita di armi a Israele per 735 milioni di dollari

Gli Stati Uniti avrebbero venduto armi per 735 milioni di dollari a Israele poco prima dell’inizio degli attacchi prima sulla striscia di Gaza e poi a Gaza City. Si tratta di sistemi di precisioni che il governo di Netanyahu avrebbe già acquistato in innumerevoli quantità in passato. Lo denuncia il “Washington Post” che cita tre fonti all’interno del Congresso americano che avrebbero denunciato il malcontento di diversi parlamentari rispetto alla vendita e al fatto che il governo Biden con abbia esercitato pressioni su Israele affinché accetti un cessate il fuoco: “Così si darà l’ok a ulteriori massacri”.
A cura di Chiara Ammendola
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Una vendita di armi per 735 milioni di dollari fatta dagli Stati Uniti d'America a Israele, qualche giorno prima dell'inizio delle ostilità in Medioriente che sono tutt'ora in corso. Lo denunciato questa mattina il Washington Post che in un lungo articolo spiega il Congresso è stato ufficialmente informato della proposta di vendita solo il 5 maggio e che la cosa ha suscitato la reazione di diversi parlamentari democratici che hanno fatto sapere al quotidiano di voler approfondire meglio l'accordo di vendita per tentare una eventuale opposizione.

La città di Gaza colpita dai missili israeliani
La città di Gaza colpita dai missili israeliani

Venduti a Israele sistemi per trasformare bombe in missili di precisioni

Il quotidiano americano, che cita tre fonti a conoscenza del dossier sulla vendita di armi a Israele, parla di un accordo tra gli Stati Uniti e Israele circa la vendita di Joint direct attack munitions (Jdams), sistemi che trasformano le normali bombe a caduta libera (dette "stupide") in missili di precisione. Si tratta di armi che Israele utilizza ormai da anni e che ha già acquistato in quantità significative anche in passato: secondo il governo di Netanyahu le "munizioni ad attacco diretto congiunto" renderebbero gli attacchi aerei a Gaza utili a evitare di colpire i civili. Insieme con le Jdams, secondo quanto riportato dal Washington Post, nella vendita sarebbero comprese anche altre armi. L'amministrazione è tenuta a informare il Congresso di tali vendite, sebbene la notifica ufficiale arrivi generalmente solo dopo che il Congresso ha approvato informalmente. Una volta effettuata la notifica formale, i legislatori hanno 15 giorni di tempo per opporsi con una risoluzione non vincolante di disapprovazione. Ed è quello che sembra stia accadendo proprio in questi giorni: "La scorsa settimana gli attacchi dell'esercito israeliano hanno ucciso molti civili e distrutto l'edificio che ospitava l'Associated Press, una società americana che riportava i fatti a Gaza – le parole di un parlamentare democratico della commissione per gli affari esteri della Camera – consentire la vendita di queste armi senza esercitare pressioni su Israele affinché accetti un cessate il fuoco sarà un lasciapassare solo per ulteriori massacri di civili".

L'opposizione dei nuovi parlamentari democratici: Non possiamo solo condannare i razzi lanciati da Hamas

Ora potrebbe dunque arrivare una netta opposizione alla vendita da parte di diversi parlamentari democratici che in queste ore stanno denunciando anche come una mancanza di trasparenza rispetto ad accordi questo tipo che vengono approvato senza controllo. Dopo la lettera sottoscritta da 29 senatori democratici, in cui si chiede "un immediato cessate il fuoco in Israele e nei Territori palestinesi", alcuni parlamentari hanno fatto sapere al quotidiano americano di voler approfondire meglio l'accordo di vendita ma è difficile che la vendita possa saltare. L'ex presidente Donald Trump ha posto il veto a tre risoluzioni approvate dal Congresso nel 2019 per fermare la vendita di armi a beneficio dell'Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti dopo che la Camera e il Senato hanno votato per bloccare gli accordi sulle armi per un valore di oltre 8 miliardi di dollari. "Non possiamo solo condannare i razzi lanciati da Hamas e ignorare la violenza della polizia israeliana contro i palestinesi – compresi gli sfratti illegali, gli attacchi violenti contro i manifestanti e l'uccisione dei bambini palestinesi", ha twittato il rappresentante Mark Pocan (Dem del Wisconsin). "Gli aiuti degli Stati Uniti non dovrebbero finanziare questa violenza".

La linea morbida del governo Biden nei confronti di Israele

E nei giorni scorsi a prendere posizione sulla cosiddetta linea morbida del governo Biden rispetto agli attacchi da parte dell'esercito israeliano a Gaza, è stata la progressista Alexandria Ocasio-Cortez, chiedendo che gli Stati Uniti riconoscano il ruolo di Israele nell’ingiustizia e nella violazione dei diritti umani dei palestinesi: "Questo non ha a che fare con due parti. Questo è uno squilibrio di potere", le parole di Ocasio-Cortez. L'amministrazione Biden ha in questi giorni parlato di legittimità della tutela territoriale e della risposta armata di Israele, mentre lo stesso presidente ha parlato con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ribadendo il suo sostegno al diritto di Israele all'autodifesa contro gli attacchi missilistici di Hamas a Gaza.

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