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Griselda, uccisa alla festa della nipote a Marotta dal cognato per la musica alta: “Erano tutti terrorizzati”

Avrebbe aperto il fuoco per la musica troppo alta Sandro Spingardi arrestato per per aver ucciso la cognata 44enne durante la festa di compleanno della nipote a Marotta (Pesaro Urbino). La nonna di uno dei piccoli invitati: “Ho sentito tre colpi, mi si è gelato il sangue”.
A cura di Ida Artiaco
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Si chiamava Griselda C.N. e aveva 44 anni, la donna di origine boliviana morta ieri a Marotta, in provincia di Pesaro Urbino, durante la festa di compleanno della nipote di 5: è stata uccisa a colpi di pistola dal cognato Sandro Spingardi, idraulico in pensione di 70 anni, che ha ferito anche la figlia della vittima (e mamma della festeggiata), la 28enne Kenia C.V. Trasferita all'ospedale Torrette di Ancona, non è in pericolo di vita.

La sparatoria si è verificata in serata ieri al culmine di una lite tra il 70enne e i presenti, che sarebbe avvenuta a causa della musica alta, di cui Spingardi si lamentava. Un’altra donna è riuscita a mettere in salvo i 5 bambini presenti, portandoli in una casa vicina. Successivamente, i più piccoli sono stati tutti portati in ospedale per un supporto psicologico. L'uomo si è arreso intorno alle 22, dopo essere asserragliato nell'abitazione con la donna di 44 anni. Sul posto si sono recati i carabinieri che una volta entrati hanno trovato la donna presa in ostaggio ormai senza vita.

Spingardi è stato arrestato e durante l'interrogatorio in caserma dei carabinieri a Fano (PesaroUrbino) avrebbe detto: "Non volevo uccidere, non volevo che morissero". "Non solo ha ammazzato la cognata, ma ha provato a uccidere anche la figlia di lei, perché l'ha inseguita e le ha sparato, ferendola a un orecchio", ha invece raccontato un testimone.

Al Resto del Carlino la nonna di uno dei piccoli invitati ha detto: "Ero in giardino. Ho sentito tre colpi, uno dietro l’altro. Secchi, li ho sentiti proprio bene. Mi si è gelato il sangue. Urlavano tutti, grandi e bambini. Le mamme gridavano, correvano con i figli in braccio. È stato un attimo. Li ho visti arrivare qui ho detto: ‘Andiamo, portiamoli a casa mia’. E li ho accolti qui. Erano tutti terrorizzati".

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