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Greta Thunberg, daspo da Venezia dopo aver tinto di verde l’acqua del Canal Grande

Greta Thunberg e 36 attivisti di Extinction Rebellion hanno ricevuto daspo e multe dopo aver colorato di verde il Canal Grande con fluoresceina a Venezia.
A cura di Davide Falcioni
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Un daspo urbano di 48 ore ha allontanato da Venezia Greta Thunberg e altri 36 attivisti di Extinction Rebellion per la dimostrazione non autorizzata che ieri, sabato 22 novembre, ha colorato di verde le acque del Canal Grande. L’attivista svedese, dal Ponte di Rialto, ha versato fluoresceina nel canale, partecipando all’azione che ha portato anche a una sanzione da 150 euro.

La presenza di Thunberg in Veneto non era passata inosservata. Nei giorni precedenti era stata a Verona come ospite dell’assemblea pubblica organizzata dagli studenti nel polo Zanotti dell’Università, prima di spostarsi a Venezia per unirsi alle iniziative del collettivo ambientalista, responsabile dello sversamento del colorante anche da un vaporetto e di numerosi flash mob sul territorio nazionale.

L’intervento delle forze dell’ordine è scattato poco dopo l’azione: identificazioni, sequestro di uno striscione e di alcuni strumenti musicali, e l’emissione del provvedimento di allontanamento per quasi tutti i partecipanti, compresa Thunberg. Per lei, come per gli altri, anche una multa di 150 euro.

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Zaia: "Stupisce presenza di Thunberg tra autori dell’inutile protesta"

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha commentato con durezza quanto avvenuto: "Un gesto poco rispettoso per le nostre città, la loro storia, la loro fragilità. Un gesto, peraltro che rischia di avere anche conseguenze sull'ambiente. Resto ancora più stupito nel vedere anche Greta Thunberg tra gli autori di questa inutile protesta, che evidentemente puntano – più che a sensibilizzare sull'ambiente – a dare visibilità a loro stessi. È chiaro che a costoro dell'ambiente e delle nostre città, nonché della loro fragilità, non interessa assolutamente nulla".

L’onda verde in tutta Italia

L’azione veneziana rientra in una mobilitazione nazionale coordinata da Extinction Rebellion, che nello stesso giorno ha tinto di verde fiumi, canali e specchi d’acqua in dieci città italiane. Con lo slogan "Fermare l’ecocidio" i manifestanti hanno denunciato le “politiche ecocide” del governo, scegliendo luoghi considerati simbolici per l’impatto delle crisi ambientali.

Dai Murazzi di Torino, dove il Po in secca è diventato verde, al Reno nel Canale delle Moline a Bologna; dalla Darsena milanese ai navigli fino al torrente Parma, al Tara a Taranto, alle acque marine di Venezia, Trieste e dell’antico porto de La Cala a Palermo. In altre città, come Padova e Genova, la colorazione ha riguardato le fontane di Prato della Valle e Piazza De Ferrari.

La fluoresceina, il colorante della protesta

La sostanza utilizzata è la fluoresceina, sale sodico comunemente impiegato da speleologi e subacquei per monitorare flussi idrici. Gli ecoattivisti ne rivendicano l’uso come strumento di forte impatto visivo nella protesta “Stop Ecocide”, definendolo innocuo e già ampiamente utilizzato a fini scientifici.

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