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Graziano Mesina resta in carcere: “Rifiuta cure e accertamenti medici, diagnosi impossibile”

La decisione presa dal Tribunale di Sorveglianza di Milano al termine di un procedimento aperto d’ufficio che prendeva in considerazione la possibilità di detenzione domiciliare per l’ottantenne Graziano Mesina, l’ex primula rossa del Supramonte e del banditismo sardo.
A cura di Antonio Palma
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L’ex primula rossa del Supramonte e del banditismo sardo, l’ottantenne Graziano Mesina, rifiuta cure e ed esami clinici in cella e per questo resterà in carcere. È questa infatti in sostanza la decisione presa dal Tribunale di Sorveglianza di Milano al termine di un procedimento aperto d’ufficio e senza un'istanza difensiva che prendeva in considerazione la possibilità di detenzione domiciliare per Mesina legata a possibili problemi di salute dell'uomo.

Secondo il giudice, infatti, proprio l'opposizione a cure ed esami diagnostici del detenuto rendono impossibile fare una diagnosi certa delle sue condizioni e delle eventuali malattie e dunque in mancanza di un accertamento medico preciso sulla malattia, non è possibile la concessione del differimento pena con detenzione domiciliare.

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Il Tribunale di sorveglianza milanese aveva preso in carico il caso Mesina dopo il suo trasferimento nel carcere di Opera avvenuto lo scorso giugno. Nel provvedimento, depositato ai primi di marzo, viene spiegato che Mesina si pone “in maniera oppositiva” di fronte alle cure e ai tentativi da parte del personale medico, a cui non offre alcuna collaborazione, di arrivare ad una diagnosi certa. E le sue condizioni, per quanto possibile, vengono valutate come “apparentemente” discrete. Da qui la decisione di lasciar lo in cella.

Graziano Mesina, noto anche con lo pseudonimo di Gratzianeddu, è considerato uno degli esponenti più famosi del banditismo sardo e collegato a vari sequestri di persona. Nato nel 1944 a Orgosolo, in provincia di Nuoro, ha trascorso gran parte della sua vita tra le montagne della Barbagia, dove ha formato una delle bande più temute e pericolose del territorio. La sua attività criminale è stata caratterizzata da furti, rapine e sequestri di persona e ha trascorso gran parte della sua vita in carcere, complessivamente più di 40 anni tra detenzione preventiva e condanne. È famoso però anche per le sue leggendarie fughe e la sua latitanza in Sardegna. L'ultima volta era diventato latitante nel 2020 quando si era dato alla fuga dopo l'ultima condanna, ed è rimasto nascosto fino al dicembre del 2021 quando è stato arrestato per l'ultima volta in un piccolo paesino in provincia di Nuoro.

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