Gli rubano l’identità, arrestato davanti alle bimbe si fa un mese in cella per errore: “Nessuna umanità”

Era in spiaggia a Caorle con le bimbe a fare castelli di sabbia quando si sono avvicinati due uomini qualificandosi come forze dell’ordine che lo hanno portato via, così è iniziato l’incubo di Ovidiu Andronache, 42enne romeno finito in carcere per quasi un mese senza aver mai fatto nulla e solo perché qualcuno gli aveva rubato l’identità.
Il calvario dell’uomo è iniziato il 24 agosto scorso, il giorno dopo essere giunto in Italia con moglie e tre bimbe. Da quel momento la vacanza nel nostro Paese, programmata per il compleanno della moglie, si è trasformata in una vicenda surreale. Per la giustizia italiana infatti era stato processato e condannato per furto aggravato per un episodio del 2012 ma lui non aveva mai saputo nulla vivendo all’estero. Dopo un mese in carcere, è stato finalmente scarcerato dieci giorni fa quando l’avvocato ha dimostrato senza dubbio che era la vittima di un furto di identità da parte del vero ladro.
“Non si sono comportati bene, hanno imprecato, parlato male, non hanno avuto alcuna umanità. Sono stato trasportato in prigione in manette come se fossi un criminale” ha ricordato ora il 42enne al Corriere del Veneto ripercorrendo quei terribili momenti. Tutto è partito quando, dopo la registrazione nell’hotel della costiera veneziana, le forze dell’ordine hanno individuato nella lista degli ospiti comunicata dall’albergo l’identità di un uomo condannato per furto e quindi ricercato da anni.
“Sono stato messo in una cella con 6 persone. Sapevo di essere innocente e questo mi ha aiutato a gestire la paura e la speranza in una rapida risoluzione, anche se non sapevo che ci sarebbero voluti così tanti giorni” ha raccontato il 42enne che solo grazie al suo avvocato ha potuto infine dimostrare che l’uomo cercato non era lui. L’avvocato ha acquisito prima testimonianze e documentazione che Ovidiu era in Romania il giorno del furto, e poi ha recuperato i fotosegnalamenti e le impronte digitali del vero ladro dimostrando un errore di identificazione.
L'uomo indagato per il furto infatti aveva assunto un'identità falsa con documenti a nome di Ovidiu quando fu fermato la prima volta prima di dileguarsi facendo ricadere la responsabilità sull’ignaro impiegato che quindi è stato processato e condannato in contumacia. Un furto di idenntità che Ovidiu in realtà aveva già scoperto nel 2014 quando all’arrivo in Italia gli dissero di verificare la sua identità alla stazione di polizia più vicina. Dalle impronte digitali si accertò che l’uomo precedentemente fermato per furto non era lui e quindi il 42enne si era tranquillizzato ma qualcosa è andato storto e il processo è andato avanti a suo nome.
“Io non ho mai incontrato quest’uomo e mi chiedo dove e come abbia ottenuto i miei dati. Ora Voglio scoprirlo” ha dichiarato Ovidiua che dopo aver ottenuto la sospensione della pena, ora attende la revisione del processo per poter chiedere i danni allo Stato italiano.