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Il tribunale dà ragione ai 422 lavoratori Gkn licenziati per email: “Procedimento bloccato”

Gkn aveva licenziato 422 lavoratori tramite e-mail: il tribunale di Firenze ha dato ora ragione ai sindacati che hanno impugnato il provvedimento davanti alla legge. Secondo la giustizia, l’azienda avrebbe escluso i sindacati dalle decisioni riguardanti gli esuberi non rispettando così lo Statuto dei Lavoratori e i patti tra Rsu e azienda del 2020.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Circa 422 licenziamenti dall'oggi al domani comunicati via e-mail. Gkn aveva programmato la chiusura del sito di Campi Bisenzio per il 9 luglio, ma non aveva informato i sindacati sulle sue intenzione. Alla base vi era l'intenzione (comunicata) di interrompere la produzione solo "per un periodo limitato" quando in realtà era già stato convocato per il giorno dopo un Consiglio d'amministrazione con all'ordine del giorno lo smantellamento della fabbrica. Ora a dare ragione ai lavoratori e sindacati ci ha pensato il tribunale del lavoro di Firenze: revocati quindi i licenziamenti collettivi. Fiom Cgil ha ragione secondo la giustizia: il sindacato aveva impugnato il procedimento nei confronti dei 422 dipendenti licenziati portandolo davanti agli avvocati. Per il tribunale, la multinazionale ha violato l'articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori, mettendo in atto comportamenti anti sindacali.

Era arrivata fino alle istituzioni la vicenda che a luglio aveva visto coinvolti 422 lavoratori liquidati via e-mail. Molti non si trovavano neppure in fabbrica per trascorrere il loro giorno libero con la famiglia. Appena ricevuta la comunicazione, hanno lasciato i familiari per raggiungere il luogo di lavoro e scoprire di non poter neanche più entrare. Il modus operandi non è previsto dal contratto collettivo nazionale e neppure dallo specifico accordo del giugno 2020 tra le Rsu e l'azienda. Gkn aveva intenzione di delocalizzare la produzione di semiassi per i veicoli in Polonia. Il Fatto Quotidiano fa sapere che nel provvedimento firmato dalla giudice Anita Maria Brigida Davia vi è un "parziale accoglimento del ricorso, accettata l'antisindacalità delle condotte" e per questo viene imposta la "revoca della lettera di apertura della procedura ex L.233/91”. La giudice inoltre chiede porre in essere le procedure di consultazione e confronto dell'articolo 9 parte prima Ccnl e dell'accordo aziendale del 2020.

Il tribunale ritiene "pacifico" che il sindacato abbia ricevuto comunicazione dei licenziamenti soltanto dopo la lettera di avvio della procedura. Tuttavia, spiega, l'obbligo per il datore di lavoro non è limitato solo alla comunicazione della decisione, ma si estende alla fase di formazione della stessa procedura. Nel luglio scorso, poi, Gkn si era impegnata al confronto con le rappresentanze sindacali tramite un accordo che non è stato rispettato. Secondo il giudice, la decisione è scaturita da una valutazione effettuata solo dal gruppo senza però interpellare gli enti dei lavoratori. Nessuna informazione sarebbe stata data al sindacato circa il carattere allarmante dei dati relativi all'azienda. Secondo il tribunale questo comportamento rappresenta un'evidente violazione dei diritti del sindacato, messo davanti al fatto compiuto e privato della facoltà di intervento sulla formazione di tale decisione. Con la chiusura dell'8 giugno, Gkn avrebbe rifiutato la prestazione lavorativa dei dipendenti senza addurre una specifica ragione che imponesse tale rifiuto. Un comportamento che secondo il giudice sarebbe stato mirato a limitare l'attività del sindacato.

La replica dell'azienda è arrivata in serata: "Gkn Driveline Firenze rimane convinta della correttezza del proprio operato e non si sottrarrà al confronto con le parti sociali, avendo comunque dato mandato ai propri legali di presentare impugnazione" contro la sentenza del Tribunale di Firenze che ha revocato la
procedura di licenziamento collettivo nei confronti dei 422 dipendenti della fabbrica di Campi Bisenzio (Firenze).

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