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Giornata della Memoria, la storia di Paolo Levi: l’avvocato ebreo e omosessuale fu ucciso ad Auschwitz

La storia di Paolo Shaul Levi, avvocato, intellettuale, ebreo e omosessuale, deportato e ucciso ad Auschwitz nel 1944. A lui Padova dedica la Giornata della Memoria.
A cura di Davide Falcioni
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C'è un uomo seduto. Indossa una vestaglia nera con il collo rosso, una camicia bianca, un vistoso anello al dito. La mano sinistra è appoggiata a un libro e tra le dita stringe un fiore. Quell'uomo si chiama Paolo Shaul Levi e la sua storia, comune a quella di milioni di ebrei come lui, è riemersa solo pochi mesi fa. Il suo ritratto, infatti, venne esposto alla Biennale di Venezia nel 1938, pochi mesi prima della promulgazione delle Leggi Razziali da parte del governo guidato da Benito Mussolini. Il quadro, poi, finì in una collezione privata e fu quasi dimenticato fino a quando, nella primavera del 2021, lo storico dell'arte Alessandro Pasetti Medin non ha deciso di ricostruire la vita di quell'uomo. Paolo Shaul Levi era un avvocato, intellettuale, ebreo e omosessuale, deportato e ucciso ad Auschwitz nel 1944. Alla vigilia del Giorno della Memoria, ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell'Olocausto, la sua storia è tornata alla luce e a lui la Fondazione Museo della Padova Ebraica ha deciso di dedicare la Giornata della Memoria 2022.

Una fotografia di Paolo Shaul Levi
Una fotografia di Paolo Shaul Levi

La vita di Paolo Levi scoperta grazie alle "indagini" su un dipinto

Ma andiamo con ordine. Nella primavera del 2021 una donna sottopone allo storico dell'arte Alessandro Pasetti Medin un dipinto realizzato da suo zio, il pittore Tino Rosa. Medin prende a cuore il "caso" e avvia un lavoro di indagine estremamente approfondito e avvincente, avvalendosi dell'aiuto della professoressa Mariarosa Davi, della dottoressa Giulia Simone, ricercatrice dell’Università di Padova, e dell’archivista della Comunità Ebraica Ghila Pace. I quattro trascorrono settimane negli archivi di Padova, Venezia, Milano e Roma e compongono, pezzo dopo pezzo, il puzzle; scoprono che quell'uomo è Paolo Shaul Levi e che quel nome compare nella lista dei deportati nel campo di sterminio di Auschwitz. Ma quale è stata la sua vicenda umana?

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La vita di Paolo Shaul Levi: dall'impegno a Padova alla deportazione ad Auschwitz

Paolo Shaul Levi, nato nel 1904, era uno studioso dai vasti interessi culturali: scriveva recensioni sulla rivista "Israel", ed era un punto di riferimento intellettuale per la Comunità Ebraica. La sua carriera scolastica era stata brillante ed era culminata con una laurea in Giurisprudenza conseguita a soli 22 anni, alla quale tuttavia non seguì mai l'abilitazione ufficiale all'avvocatura. Di giustizia, nel senso più alto del termine, si occupò per tutta la vita: ripetutamente internato dopo la promulgazione delle leggi razziali, si era adoperato per il miglioramento delle condizioni di prigionia di tutti i detenuti. Era anche omosessuale, in un periodo storico in cui la diversità era nemica della vita sociale. Levi venne arrestato per l'ultima volta nel dicembre del 1943, quindi deportato ad Auschwitz nello stesso treno e nello stesso vagone di Primo Levi. Dopo l'arrivo nel campo di sterminio molto probabilmente venne subito mandato nelle camere a gas. Di Paolo Levi, infatti, non esiste alcun certificato di morte, ma è Primo a fornire indizi utili. In Se Questo è Un Uomo scriveva infatti: "Non entrarono, del nostro convoglio, che novantasei uomini e ventinove donne, di tutti gli altri, in numero più di cinquecento non uno era vivo due giorni più tardi". È molto probabile che Paolo Levi fosse tra quei cinquecento.

foto di gruppo con Paolo Levi durante l'internamento a Isola del Gran Sasso (1941, fonte Cdec)
foto di gruppo con Paolo Levi durante l'internamento a Isola del Gran Sasso (1941, fonte Cdec)

Padova dedica a Paolo Levi la giornata della memoria

Oggi, 27 gennaio, in via dei Fabbri (Padova), davanti all'ultima abitazione nota di Levi, verrà depositata una pietra d'inciampo nell'ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria organizzate dal Comune: in questa occasione gli studenti del liceo classico Tito Livio leggeranno brani realizzati sulla base delle ricerche fatte per ricostruirne la figura. Domenica 30 gennaio alle 16 Paolo Levi sarà inoltre il protagonista principale della Biblioteca vivente, iniziativa speciale organizzata al Museo della Padova Ebraica. Davanti al suo ritratto, in prestito al museo, lo storico dell'arte Alessandro Pasetti Medin racconterà la sua storia rispondendo alle domande del pubblico. Oltre a quella di Paolo Levi ci saranno le vicende di altri padovani deportati: il racconto è affidato ai membri della Comunità Ebraica. 

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