Giada Zanola stordita e gettata dal cavalcavia: l’ex compagno andrà a processo per omicidio aggravato

Andrea Favero, il camionista di 39 anni di Vigonza (Padova) accusato di aver ucciso la sua ex compagna Giada Zanola, è stato rinviato a giudizio per il reato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di convivenza. I fatti risalgono a un anno fa quando la ragazza è stata gettata da un cavalcavia sull'autostrada A4, prima era stata stordita con potenti tranquillanti. Sul posto sono arrivati i poliziotti e subito Favero aveva confessato: la sua dichiarazione però era stata non validata perché era stata resa senza avvocato difensore e senza pubblico ministero. Tra qualche mese inizierà il processo: la prima udienza è fissata per il 23 settembre. Intanto il giudice per l'udienza preliminare Maria Luisa Materia ha confermato per l'uomo la custodia cautelare in carcere.
La tragedia nella notte tra il 28 e il 29 maggio 2024. Il 39enne aveva sedato la compagna e poi gettata dal cavalcavia che passa sopra l'autostrada. Purtroppo Giada Zanola, che aveva un bambino di tre anni, era precipitata per diversi metri finendo poi travolta da alcuni tir. Sarebbero stati proprio i conducenti dei mezzi pesanti a segnalare alla polizia la presenza del corpo. Una volta recuperato il cadavere la ragazza era stata identificata in poco tempo perché poco distante era stata trovata una borsetta con all'interno alcuni documenti. In una prima ricostruzione dell'accaduto si è parlato di suicidio per poi scoprire poche ore dopo che la donna era stata lanciata dall'ex compagno. La Procura aveva subito parlato dell'ipotesi che il 39enne avesse pianificato tempo prima. Da allora Andrea Favero si trova in carcere e per lui a settembre inizierà il processo.