Garlasco, avvocato Poggi: “Dna non è di Alberto? Deve ancora pagare danni alla famiglia”

Alberto Stasi "non rispetta la sentenza, pretende di avere diritti ma non rispetta i doveri" e "ha scelto di sottrarsi con ogni mezzo al risarcimento del danno in favore dei familiari di Chiara ed al pagamento di quanto dovuto allo Stato". Sono le parole dell'avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale dei familiari di Chiara Poggi, che ha replicato "presunte novità" della difesa di Alberto (il dna sotto le unghie delle vittime potrebbe non essere quello dell’uomo condannato in via definitiva a 16 anni di carcere). Secondo il legale, gli elementi portati dalla difesa di Alberto, come già stabilito dalla perizia sul Dna del processo d'appello ‘bis' sul caso Garlasco, non sono "validi scientificamente" perché già il perito disse che "la quantità di materiale genetico era modesta e la qualità degradata" per una comparazione. Non si tratta, dunque, di un "elemento decisivo", ‘decisività' che servirebbe per una revisione del processo, ha spiegato Tizzoni nel corso di una conferenza stampa in Tribunale a Milano.
In ogni caso, con gli elementi portati dalla difesa di Alberto si potrebbe arrivare al massimo "ad un concorso di colpa ma non a far uscire Stasi dal carcere" afferma Tizzoni, che evidenzia come nei confronti di Stasi gravino “altre prove” come “il dispenser, la bicicletta e la camminata, prove che restano, come resta il fatto che tutte le sentenze ci hanno detto che non ci fu contatto fisico tra vittima e aggressore”. Tra l'altro, ricorda ancora Tizzoni, "il perito nel processo ha spiegato che non solo non si può dire né escludere che il Dna sia di Alberto, ma non si può dire nemmeno o escludere che appartenga ad altri, perché era di quantità modesta e degradato". E ancora l'avvocato ricorda che l'accertamento che venne fatto sul Dna "non potrà essere ripetuto, perché era irripetibile".
Stasi, spiega Tizzoni anche in una nota, "è stato condannato in base ad una serie schiacciante di dati probatori. Come evidenziato dalla Cassazione – aggiunge – egli ha reiteratamente mentito sia prima che durante il processo, e non era certo possibile aspettarsi adesso un cambio di atteggiamento, per cui l'iniziativa oggi annunciata a mezzo stampa non può purtroppo sorprendere". E se la difesa cerca "di ridestare l'attenzione dei media", le prove restano: "l'acclarata falsità della sua versione dei fatti, il rinvenimento del Dna di Chiara sui pedali della sua bicicletta, l'occultamento della bicicletta nera da donna da egli utilizzata abitualmente, l'impronta delle scarpe lasciata sul tappetino del bagno e la ripulitura con il sapone delle sue mani imbrattate di sangue”.
Anche la madre di Chiara Poggi, è intervenuta sul presunto colpo di scena della difesa di Stasi. “C'è una sentenza definitiva e per noi quella vale. Se la difesa di Stasi ha un nome, lo faccia pubblicamente, senza nascondersi dietro un dito", ha detto detto Rita Preda.