video suggerito
video suggerito

Gamba amputata per diagnosi tardiva: ASL pugliese condannata a risarcire 75mila euro per “perdita di chance”

Il Tribunale di Trani ha condannato l’ASL BAT a risarcire 75mila euro agli eredi di una donna di Andria, amputata per una diagnosi tardiva di ischemia acuta. Riconosciuta la “perdita di chance terapeutica” per negligenza medica.
A cura di Davide Falcioni
3 CONDIVISIONI
Immagine

Una sentenza destinata a fare scuola nel campo della responsabilità medica è stata emessa dal Tribunale civile di Trani. Il giudice Milillo ha condannato l’ASL BAT a versare un risarcimento di 75mila euro agli eredi di una donna di Andria, deceduta dopo l’amputazione dell’arto inferiore destro, causata da una diagnosi tardiva di ischemia acuta. Il provvedimento riconosce ufficialmente il danno da "perdita di chance terapeutiche", un principio giuridico sempre più rilevante nel panorama della giurisprudenza sanitaria.

La vicenda ha avuto inizio nel dicembre 2017, quando la donna, all'epoca 79 anni, si presentò al presidio ospedaliero di Andria lamentando forti dolori alla gamba destra. Nonostante la gravità dei sintomi, i sanitari non disposero gli accertamenti necessari, ritardando così l’individuazione di un’ischemia acuta, condizione che – se diagnosticata tempestivamente – avrebbe potuto evitare l’amputazione dell’arto.

Il caso è stato portato in giudizio dagli eredi nel 2020, dopo la morte della donna avvenuta durante il procedimento. La causa, seguita dagli avvocati Davide Di Marco e Gerardo Belcore del Foro di Nocera Inferiore, con il supporto medico-legale del professor Nicola Maria Giorgio, ha messo in luce una significativa negligenza da parte dell’ASL. Il giudice ha accolto la tesi della "perdita di chance", stabilendo che alla paziente è stata negata una concreta – sebbene non certa – possibilità di guarigione, in violazione delle linee guida diagnostiche e terapeutiche.

"Questa decisione -ha dichiarato l’avvocato Di Marco – segna un passo importante verso una maggiore tutela dei diritti dei pazienti. Non si tratta solo di risarcire il danno certo, ma di riconoscere anche il valore della possibilità perduta. È un atto di giustizia nei confronti di chi ha subito non solo un danno fisico, ma anche una grave lesione della propria dignità".

La sentenza, divenuta definitiva nei primi mesi del 2025 con il pagamento delle prime tranche del risarcimento, rappresenta un precedente rilevante soprattutto nei casi in cui il nesso causale tra condotta medica e danno risulti difficile da dimostrare. Determinante è stato il lavoro di ricostruzione tecnico-scientifica portato avanti dal professor Giorgio, medico legale e responsabile scientifico di AP Risarcimento & Consulenza, struttura specializzata nella tutela delle vittime di malasanità.

3 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views