Francesca Donato a un anno dalla morte del marito Angelo: “Aspettiamo ancora verità e giustizia”

Ad un anno dalla tragica e ancora inspiegabile scomparsa di Angelo Onorato, la sua famiglia continua a chiedere giustizia. A ricordarlo con parole cariche di dolore ma anche di speranza è la moglie, Francesca Donato, ex europarlamentare, che in una nota ha voluto rendere pubblico il proprio sentimento in occasione del primo anniversario della morte del marito.
"Ad un anno dalla morte violenta di mio marito Angelo, io e i miei figli continuiamo ad attendere con fiduciosa speranza un riscontro dalle indagini ancora in corso, che faccia luce sulla verità e ponga fine alle fantasiose speculazioni circolate sulla vicenda", ha scritto la donna. Il caso, infatti, rimane avvolto da un alone di mistero, nonostante le numerose piste vagliate dagli inquirenti e i diversi interrogativi ancora aperti.
Il corpo di Angelo Onorato fu ritrovato il 25 maggio 2024 all’interno della sua auto, parcheggiata nella zona industriale di via Ugo La Malfa, a Palermo. L’uomo aveva una fascetta di plastica stretta attorno al collo, segno inequivocabile di una morte violenta. Da subito si escluse l’ipotesi del suicidio, mentre le indagini si concentrarono su un possibile omicidio premeditato. Tuttavia, a distanza di dodici mesi, l’inchiesta non ha ancora condotto a verità certe né all’individuazione di un responsabile.
Francesca Donato sottolinea quanto sia difficile, per una famiglia colpita da un lutto così drammatico, convivere con l’assenza di risposte. Ma la sua voce è anche quella di una cittadina che crede ancora nel valore della giustizia: "In una città difficile – scrive – dove la violenza e la mentalità mafiosa continuano a mietere vittime tra cittadini innocenti, credo che la soluzione di questo caso sia la risposta che non solo noi familiari, ma la città tutta attende per poter continuare a credere nella giustizia e nello Stato".
La morte di Onorato aveva colpito profondamente l’opinione pubblica siciliana e nazionale. L’uomo, noto imprenditore del settore dell’arredamento e molto attivo nel sociale, era ben inserito nel tessuto economico e culturale della città. Proprio per questo, la dinamica del delitto aveva suscitato forti interrogativi e ipotesi contrastanti: da possibili ritorsioni a moventi personali, fino a congetture che ancora oggi circolano, spesso senza fondamento.

In questo clima di incertezza e dolore, la famiglia ha deciso di ricordare Angelo con un momento di raccoglimento privato, lontano dai riflettori, ma carico di significato. "Domenica 25 maggio – aggiunge Donato – celebreremo in forma privata il ricordo di Angelo alla messa serale della parrocchia Santa Maria Assunta di Mondello (Valdesi)".
Un gesto sobrio e intimo, che vuole mantenere viva la memoria di un uomo scomparso in circostanze ancora oscure. Ma anche un appello a non abbassare la guardia, a non dimenticare e a proseguire le indagini con determinazione. Perché, come sottolinea la stessa Donato, solo la verità può restituire dignità a chi non c’è più e fiducia a chi resta.