Flotilla bloccata da Israele, Procura di Roma indaga per sequestro di persona

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo d’indagine per sequestro di persona e danneggiamento con pericolo di naufragio, in seguito agli esposti depositati dal team legale della delegazione italiana che ha partecipato alla Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria diretta a Gaza.
Dopo quella sui presunti crimini di Israele, L’inchiesta, al momento contro ignoti, punta a far luce su quanto accaduto durante e dopo la traversata del convoglio pacifista, composto da attivisti provenienti da diversi Paesi e impegnati nella denuncia del blocco imposto da Israele sulla Striscia.
L’inchiesta della procura di Roma e i reati ipotizzati
Nelle prossime settimane gli inquirenti ascolteranno i 36 attivisti italiani, tra cui il giornalista di Fanpage.it Saverio Tommasi, che hanno preso parte alla spedizione, per ricostruire ogni fase della navigazione e verificare la veridicità delle accuse contenute nelle denunce. Oltre ai reati principali, nelle segnalazioni sono stati ipotizzati anche tentato omicidio e tortura, in riferimento agli episodi di violenza avvenuti nel corso dell’intervento delle forze israeliane.
Secondo quanto emerge dai primi atti, gli investigatori intendono chiarire anche i dettagli dei due attacchi con droni che avrebbero colpito la flottiglia in momenti distinti, prima dell’abbordaggio da parte dell’esercito israeliano. La ricostruzione punta a stabilire se tali azioni abbiano messo in pericolo l’incolumità degli equipaggi e provocato danni tali da costituire un rischio di naufragio.
Le parole degli attivisti della Flotilla
In una nota diffusa dopo la notizia dell’apertura delle indagini, i membri della Global Sumud Flotilla hanno definito la decisione della magistratura italiana “un primo traguardo per accertare le responsabilità degli attacchi e degli abusi da parte di Israele contro una missione umanitaria e pacifica”.
“Lo scopo della nostra azione – spiegano – era quello di rompere il blocco illegittimo imposto da Israele a Gaza, un assedio che mira a strangolare la popolazione civile”. Gli attivisti hanno poi denunciato il protrarsi di quello che definiscono “un genocidio che dura da oltre ventiquattro mesi, segnato da massacri, distruzione sistematica delle infrastrutture, bombardamenti deliberati di ospedali, scuole e rifugi dove la gente tenta di sopravvivere”.
La dichiarazione si chiude con un appello alla mobilitazione internazionale: “È per opporsi a tutto questo e per sostenere la popolazione civile che la Global Sumud Flotilla è partita a fine agosto, sostenuta dalle piazze italiane e da movimenti in tutto il mondo. Continueremo a usare ogni strumento legale per mantenere viva la solidarietà e far emergere la verità”.
Il contesto e le reazioni in Italia
La missione della Global Sumud Flotilla, organizzata da gruppi pacifisti internazionali, aveva l’obiettivo di rompere simbolicamente l’embargo marittimo su Gaza e consegnare aiuti umanitari. L’intervento delle autorità israeliane, che hanno bloccato la navigazione e sequestrato le imbarcazioni, ha suscitato reazioni politiche e proteste in diversi Paesi.
In Italia, la tensione si è tradotta anche sul piano sindacale.
La Commissione di garanzia sugli scioperi ha infatti aperto un procedimento di valutazione nei confronti delle sigle che avevano proclamato lo sciopero generale del 3 ottobre – tra cui Cgil, Usb, Cub, Sgb, Cobas, Cib Unicobas e Cobas Sardegna – in segno di protesta contro il blocco delle navi della flottiglia da parte della marina israeliana.