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Firenze, il figlio morì a 8 mesi, genitori condannati: “Portato in piscina anziché dal medico”

I genitori di un bambino di otto mesi morto nel 2015 per le complicazioni di una gastroenterite sono stati condannati a 6 mesi di reclusione per omicidio colposo (pena sospesa) dal tribunale di Firenze. Avrebbero contribuito ad aggravare in modo irreversibile lo stato di salute del piccolo non portandolo dal medico.
A cura di Susanna Picone
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Nell'agosto del 2015 il loro bambino di appena otto mesi morì per le complicazioni di una gastroenterite acuta e ora i genitori, a quasi cinque anni dal dramma, sono stati condannati ciascuno a 6 mesi di reclusione per omicidio colposo (pena sospesa) dal tribunale di Firenze. Per l'accusa mamma e papà avrebbero contribuito ad aggravare in modo irreversibile lo stato di salute del piccolo non portandolo alla visita di controllo fissata presso l'ospedale da dove era stato dimesso due giorni prima. I genitori avrebbero insomma sottovalutato lo gravità delle condizioni del figlioletto malato.

La testimonianza del medico del 118 – Agli atti del processo è finita anche una testimonianza di un medico del 118 intervenuto dopo il decesso del bambino secondo cui la madre, parlando con lui, avrebbe raccontato di aver portato il figlioletto in piscina nel corso della giornata e di avergli fatto fare anche il bagnetto. La testimonianza del medico del 118  è stata confermata dagli infermieri che erano con lui. I genitori del piccolo invece, sentiti in aula durante il processo, hanno negato quell'episodio.

Assolto nello stesso processo un pediatra – Le condizioni del bambino peggiorarono la sera stessa in cui la mamma e il papà avrebbero dovuto portarlo alla visita di controllo in ospedale. E quando i genitori chiamarono il 118 ormai era troppo tardi. Il bambino fu portato all'ospedale pediatrico Meyer, ma non ci fu niente da fare. Nello stesso processo che si è chiuso oggi con la condanna dei genitori è stato assolto, perché il fatto non sussiste, un terzo imputato, il pediatra di un ospedale della provincia di Firenze che aveva disposto le dimissioni del bambino dopo due giorni di terapia a base di soluzione reidratante e antibiotici, fissando un controllo per 48 ore dopo, al quale il piccolo, però, non fu mai portato.

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