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Finmeccanica, il nuovo ad Moretti taglia tutto: dalle auto di lusso…ai parenti

La spending review dell’amministratore del gruppo industriale consisterà in un giro di vite su parentopoli e sui ricchi benefit dei manager.
A cura di Biagio Chiariello
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“Avete parenti, coniugi e affini che lavorano in aziende del Gruppo Finmeccanica?”. E la domanda che i dirigenti delle aziende del Gruppo, si sono visti rivolgere dall’amministratore delegato Mauro Moretti. E’ partita da questa base la spending review del super manager proveniente da Ferrovie dello Stato. E passa anche dalla restituzione delle automobili in dotazione agli stessi dirigenti per poter essere sostituite con macchine di cilindrata inferiore. Che il colosso pubblico della difesa e dell’aerospazio non se la passasse bena, tra scandali e arresti, lo si sapeva bene. Ma Moretti ha voluto ribadirlo una volta è per tutto. Innanzitutto ai vertici dell’importante gruppo industriale.

E così –  si legge su La Stampa – ci si è accorti che finora i dirigenti che avevano diritto all’automobile di servizio potevano scegliere liberamente quello che volevano: Audi A8, BMW serie 7, Mercedes, Range Rover, e si favoleggia anche di qualche Porsche Cayenne. Tutte vetture che costano quasi 100mila euro. Ora non più: ci si dovrà accontentare di una macchina da 35mila euro, che peraltro è quella che ha chiesto per sé l’amministratore delegato. Sempre a proposito di automobili, le carte carburante a disposizioni dei dirigenti adesso avranno un limite di spesa annuo di 1700 euro. Prima c’era gente che riusciva a spendere in un anno solo di benzina decine di migliaia di euro, ovvero lo stipendio di un impiegato di medio livello. Esagerate, ancora, le spese per la partecipazione a manifestazioni internazionali, come l’Air Show di Farnborough in Gran Bretagna; una volta Finmeccanica spediva a spese sue addirittura 800 persone (un reggimento di fanteria) da alloggiare, far volare, far mangiare. Nell’edizione appena conclusa sono stati 250.

“Se si tratta di un processo di “moralizzazione” e di trasparenza, se si vuole ricondurre il fare impresa a un valore etico, noi siamo assolutamente d’accordo”, dice Paolo Carini, segretario della Fim Cisl di Varese e coordinatore nazionale del settore aeronautico per la Fim. “Speriamo non si tratti soltanto di un’operazione di facciata, ma sia la volta buona per fare dell’Italia un Paese moderno e industriale anziché lasciarla ancorata a un sistema medievale di caste”. A fargli eco è Graziano Resteghini, coordinatore Fim Cisl di Alenia Aermacchi, che conta 12mila dipendenti circa in Italia. “Ci sembra un’operazione volta a una riduzione dei costi, senza intaccare la funzionalità operativa dei singoli siti produttivi, ma che può invece valorizzare gli stabilimenti e depotenziare gli elementi gestionali più soggetti ai condizionamenti politici”. In altre parole, finora “la vicinanza dei cda al territorio ha soltanto favorito lo spartirsi delle poltrone, mentre la politica locale e nazionale deve promuovere e facilitare lo sviluppo del sistema Paese, non occuparecadreghe”.

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