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Fiamme in carcere a Bologna, detenuta incendia la cella: coinvolte due agenti

Un’agente intossicata e un’altra ferita. Questo il bilancio di un incendio che è stato appiccato in una cella da una detenuta del carcere di Dozza a Bologna. Il sindacato di Polizia Penitenziaria Sappe: “Riteniamo ormai improcrastinabile la dotazione alla polizia penitenziaria di adeguati mezzi di protezione per difendersi dalle aggressioni”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Un'agente intossicata, con 3 giorni di prognosi e un'altra aggredita, che guarirà in 5 giorni. Questo il bilancio di un rogo che è stato appiccato in una cella del carcere bolognese di Dozza. A provocare l'incendio è stata una detenuta del reparto femminile. 

Secondo le ricostruzioni dell'accaduto la donna ha incendiato la propria cella, e le due agenti sono intervenute dopo aver visto le fiamme. La prima agente è stata intossicata, mentre la seconda è stata picchiata dalla detenuta, per aver tentato di spegnere l'incendio. Dell'episodio, avvenuto ieri sera, ha dato notizia con una nota il sindacato di Polizia Penitenziaria Sappe, spiegando che entrambe le colleghe hanno avuto bisogno di cure mediche.

"Grazie all'immediato intervento della polizia penitenziaria – affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Borrelli, vice segretario provinciale – è stato evitato il propagarsi dell'incendio che avrebbe potuto causare danni più gravi a cose e persone. Riteniamo ormai improcrastinabile la dotazione alla polizia penitenziaria di adeguati mezzi di protezione per difendersi dalle aggressioni; mezzi come il TASER e gli scudi, atteso che quelli in uso sono obsoleti, in quanto risalenti ad oltre 40 anni fa". Una ulteriore richiesta è l'introduzione del regime chiuso per i detenuti che non rispettano il regolamento e si rendono responsabili di aggressioni al personale.

Solidarietà è stata espressa da Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia: "La mia piena solidarietà alle due agenti rimaste ferite a seguito di un incendio appiccato da una detenuta nella sua cella, al carcere della Dozza. Non smetteremo mai di ringraziare la polizia penitenziaria per il prezioso impegno a tutela della sicurezza collettiva: è dovere del Governo garantire ai nostri agenti condizioni ottimali per poter svolgere un lavoro sempre più difficile e pericoloso. Le situazioni di sottorganico, unite al cronico sovraffollamento delle nostre carceri deve trovare una pronta e immediata soluzione. È  assolutamente necessario che il personale di polizia penitenziaria venga dotato al più presto di adeguati strumenti di protezione, come il Taser. Interventi urgenti che non possono più attendere".

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