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Alessandra Matteuzzi uccisa a Bologna, ultime news

Femminicidio Bologna, Procuratore: “Abbiamo fatto il possibile: dopo tutti bravi a fare i professori”

“Abbiamo fatto il possibile: dopo un omicidio sono tutti bravi a fare i professori”, così il procuratore di Bologna sulla denuncia presentata da Alessandra Matteuzzi assassinata a martellate dall’ex compagno a Bologna.
A cura di Chiara Ammendola
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Non ci sarebbe stato nessun ritardo nella attività investigative e dunque "nessun ritardo" responsabile dietro l'uccisione di Alessandra Matteuzzi, la donna di 56 anni assassinata a martellate dall'ex compagno. A parlare è il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato, che spiega il motivo per il quale nonostante la denuncia della vittima nei confronti dell'ex non fossero stati presi provvedimenti nei confronti di quest'ultimo.

“La denuncia, va chiarito – spiega il dottor Amato in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera – evocava episodi di stalking semplicemente molesto. Noi abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare. L’episodio che poi si è verificato è stato qualcosa di diverso e imprevedibile rispetto al contenuto della denuncia che, ripeto, rappresentava episodi di molestie, spesso via social. Non di violenza”. Eppure quella sera la violenza c'è stata, efferata, quando Giovanni Padovani l'ha prima attesa sotto casa per ore, poi dopo essere stato mandato via dalla donna esasperata per l'ennesimo episodio di stalking, ha scavalcato il cancello del condominio e lì l'ha colpita ripetutamente con un martello e una mazza fino a ucciderla.

Alessandra Matteuzzi
Alessandra Matteuzzi

Nonostante l'uomo perseguitasse Alessandra Matteuzzi da tempo però per la Procura non c'erano gli estremi per un divieto di avvicinamento o per far scattare una vigilanza sotto casa: “La denuncia era per fatti di molestie da riscontrare – continua il procuratore di Bologna – i processi non si fanno sul sentito dire o solo sulle denunce. Non c'era la rappresentazione di una possibile violenza".

E punta il dito contro chi oggi accusa le forze dell'ordine e la procura di non essersi mossi in maniera adeguata per tutelare una donna che aveva denunciato il suo ex per stalking, che spesso è un preludio a gravi episodi di violenza: “La Procura si muove con richieste di misure cautelare che vanno al Gip. Le nostre richieste devono essere riscontrate. Se poi ci sono situazioni emergenziali è la polizia giudiziaria che deve intervenire e, nel caso, procedere all’arresto. L’ordinamento non si può stravolgere. Molti Soloni dimenticano che i giudizi vanno rapportati alla situazione ex ante – conclude Amato – dopo un omicidio sono tutti bravi a fare i professori”

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