46 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

“Femmine come mule e capre”. Così 15 donne venivano sfruttate nelle campagne pugliesi

Le donne, quasi tutte italiane, venivano costrette a lavorare nei campi di ciliegie e nei vigneti per retribuzioni decisamente al di sotto dei limiti di legge.
A cura di Davide Falcioni
46 CONDIVISIONI
Immagine

Quattro italiani sono stati arrestati con l'accusa di intermediazione illecita – il cosiddetto caporalato – in seguito a un'inchiesta condotta dalla Procura di Bari. In manette sono finiti Michelangelo Veccari, la compagna Valentina Filomeno, Maria Rosa Putzu e Grazia Ricci: i quattro avrebbero sfruttato almeno 15 lavoratrici – tutte donne – nei campi di ciliegie e nei vigneti di Turi, in provincia di Bari: tutte italiane, tranne due, le operaie erano costrette a lavorare per oltre otto ore al giorno dopo essere state prelevate da altri comuni del brindisino e del tarantino per essere condotte nel barese. Alle lavoratrici venivano retribuite regolarmente solo parte delle ore e venivano scalati 8 euro al giorno per il trasporto nei campi.

"La legge contro il caporalato sta dando risultati concreti a difesa dei diritti dei lavoratori", ha commentato Maurizio Martina, ministro per le Politiche agricole. "Gli arresti dimostrano che questo provvedimento era necessario soprattutto in un settore delicato come quello agricolo. Non possiamo mai abbassare la guardia, lo dobbiamo anche alle tantissime imprese agricole che ogni giorno operano nella legalità". "Serve un impegno costante che coinvolga tutti –  ha concluso Martina – Dobbiamo proseguire in questa direzione migliorando la collaborazione fra le istituzioni per aumentare i controlli, vigilare affinché vengano tutelati i diritti dei lavoratori stagionali e verificare il rispetto dei contratti".

A far scattare le indagini è stata la denuncia di una delle 15 donne che ha raccontato di essere stata picchiata per aver osato chiedere la regolarizzazione della sua posizione lavorativa. Fondamentali sono state le intercettazioni ambientali. In un caso una lavoratrice sarebbe stata invitata a interrompere i rapporti con l'agenzia interinale a cui si era rivolta per contrattare esclusivamente con i presunti caporali. "Con l'agenzia lavori un mese e con noi lavori sei mesi, otto mesi – le dice un caporale – Quindi dipende da cosa vuoi fare. Se vuoi lavorare un mese, altrimenti ti conviene venire con noi". In una conversazione intercettata uno dei caporali diceva:  "Alle femmine pizza e mazzate ci vogliono, altrimenti non imparano. Femmine, mule e capre tutte con la stessa testa".

46 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views