Federico, 11 anni, scala il Cervino. Il papà replica alle critiche: “Ha saltato solo 2 giorni di scuola”
A soli undici anni ha scalato il Cervino, sul versante italiano: ma l'impresa del piccolo Federico Tomasi, di Beinasco (Torino), ha fatto storcere il naso a qualcuno, tanto che su Facebook è dovuto intervenire il padre con un lungo post per provare a mettere a tacere le critiche.
"Buongiorno a tutti sono il papà di Federico" inizia così il post del signor Fabio. "Il bambino è stato assente da scuola due giorni di cui uno era il primo lunedì (ove tradizionalmente ci si saluta o poco più) e martedì. Ieri a 24 ore dalla scalata si è regolarmente presentato a scuola nonostante dopo una fatica del genere poteva essere opportuno e giustificabile riposare. Insomma alle 8 era sul Cervino, alle 20 a casa a preparare lo zainetto per la scuola. Purtroppo il Cervino si può scalare (specie per un ragazzino) con contesti meteorologici particolari (visibilità, assenza di precipitazioni e vento) che non sono così frequenti. Lunedì e martedì si sono incredibilmente presentate queste condizioni ideali".
Il padre di Federico spiega come per coronare il suo sogno, nato circa due anni prima, c’è voluta grande preparazione e tecnica. Il ragazzino è stato ritenuto idoneo da diverse guide alpine, tra queste c'era Matteo Faletti, colpito dal suo amore smisurato per la montagna. "Un'impresa così non si può improvvisare – ha commentato la stessa guida – ho un figlio di 9 anni e mi sono detto che provare non costa nulla. Ho dato fiducia a lui e al padre". E poi la consapevolezza che in qualsiasi momento sarebbero potuti tornare indietro. Federico è partito il 13 settembre da Plan Maison, in Valtournenche in Valle d’Aosta (2.561 metri) e circa quattro ore è arrivato alla Capanna Carrerl dove ha dormito tra alpinisti professionisti; il giorno successivo, poco prima dell’alba ha ripreso la sua scalata per raggiungere la vetta del Monte Cervino, di 4.478 metri.
"La notte più lunga della mia vita. La mia stima e il mio orgoglio di avere il privilegio di essere tuo padre, non hanno fine. Hai dimostrato che il concetto di limite può essere davvero relativo, ma si deve lottare sacrificarsi e provarci" ha scritto ancora papà Fabio. Il suo commento si è poi concluso: "Sono perfettamente consapevole che l'alpinismo comporta rischi oggettivi spesso imprevedibili, di sicuro non maggiori di altre attività che abitualmente molti di noi intraprendono consapevoli dell'imprevedibile".