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Famiglia nel bosco, i genitori sperano ancora nel Natale insieme ai piccoli: gli spiragli della sentenza

La Corte di Appello dell’Aquila ha riconosciuto gli “apprezzabili sforzi di collaborazione” da parte dei genitori dopo l’allontanamento dei minori, per questo gli avvocati sperano in una soluzione transitoria del Tribunale dei Minori: un Natale con i bimbi anche se sotto monitoraggio costante dei servizi sociali.
A cura di Antonio Palma
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Non molla e spera ancora in un Natale insieme la famiglia che viveva nel bosco di Palmoli e ora al centro di una vicenda giudiziaria che ha visto l’allontanamento dei piccoli e la sospensione della potestà genitoriale per i due genitori Nathan e Catherine. Secondo gli avvocati della coppia, gli spiragli sarebbero arrivati proprio dalla sentenza della Corte di Appello dell’Aquila che ha bocciato il loro ricorso contro la decisione del Tribunale dei minori del capoluogo abruzzese ma allo stesso tempo ha riconosciuto gli “apprezzabili sforzi di collaborazione” da parte dei genitori dopo l'allontanamento dei minori.

La Corte di appello infatti era chiamata solo a chiarire che il tribunale non avesse compiuto errori formali ma dovrà essere ora lo stesso Tribunale per i minori a decidere nel merito se quei passi in avanti sottolineati dagli avvocati siano tali da poter dare il via libera al ricongiungimento. I giudici si sono dati del tempo per decidere ma la famiglia spera comunque in una soluzione transitoria almeno durante il periodo natalizio. Per i legali della coppia, infatti, sarebbe già avvenuto il “definitivo superamento del muro di diffidenza da loro precedentemente alzato avverso gli interventi e le offerte di sostegno” sottolineato dalla Corte di Appello.

I giudici di appello nelle motivazioni della sentenza hanno evidenziato che “non emergono profili di macroscopica incongruenza del provvedimento oggetto del reclamo, rivelandosi la disposta misura necessaria a tutela dei minori, a fronte del fallimento dei tentativi in precedenza posti in essere, al fine di garantire la loro salute, offrire loro un ambiente accudente e verificare i percorsi di supporto in loro favore a fronte della mancanza di cure e della deprivazione della socialità subita sino ad allora”.

Per gli avvocati, però, si tratterebbe di elementi ormai superati in quanto la coppia ha accettato di sistemare la casa nel bosco e di sottoporre i bimbi a una valutazione costante per quanto riguarda l’istruzione parentale. Su queste base i legali puntano ancora a un Natale con i bimbi anche se sotto monitoraggio costante dei servizi sociali. “È accaduto in molti altri casi che i giudici scegliessero una via transitoria” ha spiegato infatti al Corriere della Sera l’avvocata Danila Solinas.

“La prassi nei casi di questo tipo è che il tribunale scelga una via transitoria. Potrebbe dire, ti consento il ricongiungimento ma lascio la responsabilità dell’osservazione ai servizi sociali. Resta la figura del curatore, non quella della tutrice”. In pratica “resterebbe sospesa la responsabilità genitoriale ma sarebbe comunque un bel passo avanti”.

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