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False dichiarazioni per avere buoni spesa per emergenza covid, smascherati 107 furbetti dei voucher

Oltre un centinaio di persone sono riuscite a incassare illecitamente i buoni spesa per l’emergenza covid attraverso false attestazioni. Per tutti è scattata la segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Palmi per i reati di falso ideologico commesso da privato in atto pubblico e tentata truffa aggravata.
A cura di Antonio Palma
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False attestazione sulla residenza o sul reale numero dei componenti del nucleo familiare ma anche dichiarazioni Isee fasulle che nascondevano in realtà patrimoni oltre la soglia, così oltre un centinaio di persone sono riuscite a incassare illecitamente i buoni spesa per l'emergenza covid disposti dal governo  durante la pandemia. Per tutti è scattata la segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Palmi per i reati di falso ideologico commesso da privato in atto pubblico e tentata truffa aggravata. La scoperta degli illeciti è avvenuta a seguito dei controlli a tappeto eseguiti dai Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, nell’ambito dell’operazione denominata “Easy Voucher”,

L'inchiesta, volta proprio a smascherare i cosiddetti furbetti dei voucher, ha portato alla luce numerose irregolarità nelle procedure di attestazione per avere i sussidi economici e la relativa assenza dei requisiti previsti dalla normativa. Gli accertamenti investigativi svolti dai militari della Stazione di Gioia Tauro hanno permesso di identificare 107 cittadini che avrebbero intascato indebitamente le erogazioni pubbliche disposti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri già nel 2020, all’inizio dell' emergenza covid per fare fronte ai disagi economici delle famiglie.

Attraverso un'analisi documentale di oltre quattrocento istanze presentate e degli allegati stati certificativi, e grazie a un esame incrociato sul territorio, i carabinieri hanno scoperto che gli indagati avrebbero sottoscritto false dichiarazioni per poter intascare i buoni spesa. Le difformità riscontrate, pari a circa il 25% delle istanze presentate, hanno impedito l’elargizione dei sussidi a soggetti non aventi diritto, per un tentato danno erariale complessivo stimato in circa 34.500 euro.

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