Fa la escort, il fisco le chiede 50mila euro di tasse per lavoro autonomo

S.R., nome d’arte Sandra Yura o Gaia di Montebello, è una escort di origini brasiliane che da tempo vive nel nostro Paese, ma per il fisco è una lavoratrice autonoma con ditta individuale e per questo deve sborsare le tasse come gli altri. Il tutto è iniziato nell’ottobre del 2012, quando i militari della Guardia di Finanza di Salò, dove allora abitava la bella 50enne, si sono presentati in casa della donna nell'ambito dei controlli a campione sull'evasione fiscale, insospettiti dal suo tenore di vita molto elevato. Come racconta il Corriere della Sera, si trattava di una vera e propria ispezione in casa "ai fini di ricerca, prevenzione e repressione delle violazioni in materia di entrate, nonché ai fini dell’accertamento delle imposte dovute dirette e Iva per il periodo dal 2008 al 2011". Il controllo però non ha impensierito Sandra Yura che subito si è messa a disposizione delle Fiamme Gialle spiegando loro di essere una escort e di reclutare i clienti attraverso degli annunci su alcuni siti internet.
Del resto la donna in passato aveva anche tentato di regolarizzare la sua posizione contributiva recandosi all’Agenzia delle Entrate e alla Camera di Commercio, ma le era stato sempre risposto che non poteva aprire una partita Iva perché la sua attività non è inquadrabile in alcuna categoria professionale. Non la pensano così però le Fiamme Gialle che, attraverso controlli incrociati sui siti, hanno stabilito che il lavoro di S. R. era assimilabile a quello di un lavoratore autonomo di una ditta individuale, e le hanno notificato quattro avvisi di accertamento per Irpef, Iva, Irap, Inps, oltre a sanzioni e interessi per un ammontare di circa 50 mila euro. La escort è pronta a pagare ma spiega: "Come sarebbe giusto, dovrebbero fare pagare le tasse a tutte quelle che fanno il mio mestiere. Si recupererebbero un sacco di soldi per la gioia delle casse dello Stato e dei tanti cittadini che da tempo chiedono che le prostitute paghino le tasse”.