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Ex Prof universitario raggirato, segregato e maltrattato in casa da una donna: condannata 50enne

La donna accusata dei reati di circonvenzione d’incapace, appropriazione indebita, estorsione e maltrattamento.
A cura di Antonio Palma
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Sei anni di carcere e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, è questa la sentenza di condanna emessa dal tribunale di Rimini nei confronti di una cinquantenne imprenditrice di origine Svizzera accusata di aver raggirato, segregato e maltrattato per anni un pensionato ex professore universitario e dipendente del Ministero degli esteri.

La donna era accusata dei reati di circonvenzione d’incapace, appropriazione indebita, estorsione e maltrattamento dopo l’arresto da parte dei carabinieri avvenuto due anni fa a Riccione dove era residente.

"Il Giudice della Sezione penale Raffaele Deflorio ha anche condannato l'imputata al pagamento delle spese processuali nonché di una provvisionale immediatamente esecutiva di euro 20.000", fanno sapere gli avvocati del Codacons Carlo Rienzi e Vincenzo Rienzi, legali della vittima Urbano Stenta, 81enne non vedente dalla nascita e autorità nel campo delle politiche per la disabilità che lo hanno portato a rappresentare l’Italia presso l’OMS.

Stenta infatti si era costituto parte civile nel processo dopo essere stato individuato come vittima della donna che, secondo gli inquirenti, avrebbe maltratto anche un ex imprenditore marchigiano disabile e costretto anche la stessa madre 83enne, affetta da demenza senile, a vivere per anni in una casa sporca tra continue minacce e vessazioni.

Stando al racconto dell’81enne la donna lo avrebbe convinto a seguirla nell’appartamento dove però lo avrebbe privato della libertà e anche dei soldi facendo leva sulla sua condizione di non vedente. Stando all’accusa della Procura, all’uomo la donna sarebbe riuscita a spillare circa 100 mila euro nel corso dei mesi.

"Stenta fu segregato e lasciato senza soldi e telefono, con la sua pensione utilizzata per acquistare automobili e fondare società finte", spiegano i legali del pensionato. Dietro il raggiro, secondo l’accusa,  ci sarebbe stata una precisa strategia criminale, che prevedeva di avvicinare persone in difficoltà, conquistando la loro fiducia per poi segregali e portare via loro il denaro.

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