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Eredità sospetta da 400mila euro alla giovane amica: la donna a processo per circonvenzione di incapace

Un’anziana agricoltore bellunese lascia in eredità un patrimonio da 400 mila euro a una donna molto più giovane. Lei parla di affetto e gratitudine, la Procura ipotizza circonvenzione d’incapace. La donna finisce a processo. Sentenza attesa in ottobre.
A cura di Davide Falcioni
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Circonvenzione d'incapace: è questa l'ipotesi di reato su cui il Tribunale di Belluno sarà chiamato a esprimersi al termine di un processo che vede come imputata una donna di trent'anni di Alpago, che avrebbe approfittato della vulnerabilità di un anziano – nel frattempo defunto – per mettere le mani sulla sua ricca eredità.

Secondo l’accusa, la donna sarebbe diventata erede universale dell’uomo – titolare di un patrimonio ingente, comprensivo di titoli bancari per oltre 400 mila euro e numerosi altri beni – non per caso. La Procura contesta infatti una circonvenzione d’incapace, in parte tentata e in parte consumata, puntando il dito sulla progressiva suggestionabilità dell’agricoltore, specie negli ultimi anni della sua vita.

La donna, difesa dallo Studio Paniz, ha respinto ogni accusa. In aula ha parlato di un legame basato esclusivamente sulla gratitudine e ha negato l’esistenza di qualunque tipo di relazione sentimentale con l’uomo: "Non abbiamo mai parlato di avere una storia. Lo consideravo come uno zio, un amico di famiglia. Nulla di più".

Tuttavia, secondo quanto riferisce il Corriere il caso presenta molteplici sfaccettature. A sollevare i primi sospetti fu, nel 2019, una dipendente bancaria che notò un comportamento anomalo dell’anziano durante alcune operazioni finanziarie e, insospettita, decise di bloccare le procedure e informare il direttore. Da lì ha preso avvio l’indagine che ha poi condotto al processo attualmente in corso.

Le due perizie psichiatriche agli atti raccontano versioni divergenti. Il consulente della Procura, Tullio Franceschini, ha descritto l’agricoltore come un uomo "di basso livello culturale, legato alle abitudini e particolarmente suggestionabile dal 2018 in avanti", qualità che lo avrebbero reso vulnerabile a manipolazioni. Di diverso avviso il perito della difesa, Alberto Kirn, che ha parlato di un deficit molto lieve e di una persona "non facilmente circonvenibile", secondo quanto emerso da un mini test cognitivo.

Un episodio discusso riguarda il pagamento, da parte dell’uomo, delle tasse universitarie della donna – 7.600 euro per il corso di Lettere e Filosofia all’Università di Padova – che, secondo la difesa, sarebbero stati un gesto di affetto, un incoraggiamento a laurearsi. Lei ha confermato in aula di avergli semplicemente consegnato i bollettini, e che il pagamento fu eseguito di sua spontanea volontà.

Il processo si è ora concluso nella fase dibattimentale. Nessuna dichiarazione arriva da accusa o difesa, mentre l’ultima udienza è fissata per ottobre, quando si attende la sentenza.

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