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“Era un disadattato”: la lettera contro Aldrovandi. Il papà: “Caro Federico, dopo 20 anni dai ancora fastidio”

In una lettera inviata a Michele Dalai, autore del libro “Aldro. Storia di un orrore perbene”, presentato a Ferrara per i 20 anni dall’omicidio di Federico Aldrovandi, ucciso il 25 settembre 2005 da quattro agenti di Polizia, un “gruppo di famiglie di via Bologna e Ippodromo” attacca con parole durissime il 18enne ferrarese e la sua famiglia. Il papà: “Dai ancora fastidio, anche quando il mondo ha capito ciò che accadde quella mattina”.
A cura di Eleonora Panseri
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A sinistra, la lettera inviata all’autore del libro su Federico Aldrovandi (a destra).
A sinistra, la lettera inviata all’autore del libro su Federico Aldrovandi (a destra).

"Basta essere chiamati in causa come cittadini indifferenti e invisibili e messi in un angolo quando diciamo le cose come stanno. A questo punto sarebbe ora di dire basta, di fare scendere un velo pietoso su una storia che probabilmente avrebbe potuto avere un finale diverso".

Sono parole durissime quelle contenute in una lettera inviata a Michele Dalai, autore del libro "Aldro. Storia di un orrore perbene", presentato a Ferrara per i 20 anni dall'omicidio di Federico Aldrovandi, il 18enne ferrarese ucciso il 25 settembre 2005 da quattro agenti di Polizia.

La missiva è firmata da un "gruppo di famiglie, residenti tra via Bologna e Ippodromo" (la zona dove fu ucciso il ragazzo, ndr), come si legge nelle tre pagine fotografate e condivise sui social dallo scrittore, che criticano i contenuti del libro ma anche Federico e la sua famiglia.

"Siamo stati descritti come persone che in quel frangente hanno fatto finta di nulla, mentre siamo stati noi a chiamare la polizia, esasperati dagli schiamazzi di quel ragazzo che da ore disturbava la quiete pubblica con urla, comportamenti alterati, completamente fuori controllo, in giro a quegli orari a soli 18 anni", scrivono nella lettera.

E aggiungono: "È giusto che quegli agenti siano stati puniti e abbiano pagato con il carcere e con la loro carriera rovinata, a causa del loro comportamento. Noi però siamo stanchi di tutto questo clamore perché si sta esagerando".

Federico "viene dipinto come un martire, gli viene continuamente intestato di tutto e addirittura citato come esempio delle nuove generazioni, ma a noi non sembra proprio il caso. Quelli a cui assomigliare sono ben altri giovani".

Descrivono Aldrovandi come "ragazzo disadattato", poi si rivolgono ai genitori: "Dov’erano in quei momenti? Non pensano di avere sbagliato qualcosa con quel figlio morto di botte?".

Federico Aldrovandi (a sinistra) e da bambino insieme al padre (a destra)
Federico Aldrovandi (a sinistra) e da bambino insieme al padre (a destra)

"Tre pagine dense, scritte a mano, piene di tutto quel rancore e benaltrismo che a 20 anni di distanza fanno male, feriscono come le botte e le manganellate", ha commentato su Facebook lo scrittore.

Il lungo post di Dalai è stato ricondiviso anche dal papà di Federico, Lino Giuliano Aldrovandi, che ha aggiunto: "E dopo ben 20 anni caro Federico mi è toccato "aggiungere" anche questo dalla pag. Fb di Michele Dalai, autore del libro ‘Aldro, storia di un orrore perbene' che parla di te e di tanti personaggi di questa storia sempre più assurda e inqualificabile".

"Dai ancora fastidio quando ormai il mondo, istituzioni comprese, hanno capito “quasi tutto” di quello che accadde quella mattina. Pensavo che bastasse per darti pace, ma purtroppo vedo che non è così. Certi individui (ammesso che sia una cosa reale) continuano a vivere in una loro dimensione “irreale” e non meriterebbero nemmeno un accenno", aggiunge.

Il papà del 18enne allega nel post anche due video sulla vicenda e scrive ancora: "Dico solo che se fossero veri in carne e ossa e provassero ad ascoltare e non “sentire”, queste due testimonianze, delle tantissime che esistono, soprattutto quelle dei giudici e di un vero questore, sulla tua triste storia, Federico, magari avvicinandosi ad uno specchio alla fine del loro ascolto, guardando la loro immagine, forse troverebbero anche la forza di sporcarlo".

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