Entra nel profilo della ex e pubblica un suo video intimo che resta online per 38 minuti: condannato

Un video intimo di una donna di Fossano, in provincia di Cuneo, è stato visibile online per ben 38 minuti prima che lei se ne accorgesse. A postarlo era stato il suo ex, già condannato precedentemente per stalking e lunedì anche a sei mesi di reclusione, nonostante l'accusa avesse chiesto tre anni, ossia il massimo della pena per il reato di accesso abusivo a un sistema informatico.
La querela della donna, avanzata nell'aprile 2022, riguardava infatti questo illecito e non la pubblicazione del video intimo in sé. Ai tempi l'uomo era già sotto processo per atti persecutori, reato per cui è stato condannato in primo grado a un anno e 6 mesi nel settembre 2023.
Lunedì è arrivata anche quest'altra condanna. Secondo la sentenza, infatti, l'uomo ha utilizzato username e password della donna per entrare nel suo profilo social. A quel punto, ha pubblicato sull'account della ex il video che la ritraeva in atti intimi. Ha poi cambiato le impostazioni di privacy del profilo, rendendolo pubblico, in modo che chiunque potesse vedere il video.
Quando la donna se n'è accorta, ha subito pensato che il responsabile fosse il suo ex convivente, visto che era l'unico a possedere il video. A confermarlo è stato il processo. Come spiegato dalla Pm Francesca Lombardi, infatti, l'imputato era in possesso sia delle credenziali del profilo della donna che del video. Ma soprattutto, è stato provato che il caricamento era avvenuto tramite un cellulare compatibile con quello dell'uomo.
L'imputato era entrato indebitamente anche nelle chat di Whatsapp della vittima, collegando il numero della donna alla versione web dell'app sul proprio computer. Lei se n'era resa conto perché l'ex conosceva informazioni che la donna aveva comunicato solo privatamente ad altri.
Secondo l'avvocato della difesa Paolo Verra, si trattava di "una relazione malata" per via di entrambe le parti: "Lo scambio di password era reciproco, non le aveva recuperate di nascosto lui". Ma non è stato d'accordo il tribunale, che ha appunto condannato l'imputato.