Elia morto a Calimera, il piano suicida della mamma rivelato un anno fa: “Siamo andati in auto davanti al mare”

"Saluta bene Elia perché lo porto con me, è già capitato che io sia andata di fronte al mare con la macchina. Ritieniti responsabile di qualsiasi cosa capiti a me e a Elia". Lo scriveva Najoua Minniti al suo ex compagno il 16 dicembre 2024 dimostrando già i primi segnali delle sue intenzioni suicidarie. Il suo corpo è stato trovato il 18 novembre scorso in mare a Torre dell'Orso mentre il cadavere del piccolo Elia, 8 anni, nella casa di famiglia a Calimera, paese in provincia di Lecce. Da allora si indaga per l'ipotesi di omicidio-suicidio. "Per il momento il procedimento è a carico di ignoti finché l'autopsia non accerterà le cause della morte del piccolo. Lunedì verrà incaricato dalla Procura il medico legale che eseguirà successivamente l'autopsia", ha spiegato a Fanpage.it Mario Fazzini, l'avvocato del padre del bambino di 8 anni e l'ex compagno della donna.
Tra i dubbi da risolvere al centro di quanto è accaduto c'è anche dove si trovi la macchina della donna. Lo spiega il legale: "La donna si è sicuramente spostata con l'auto per andare sul posto dove poi si sarebbe gettata in mare, non si è allontanata sicuramente a piedi. Da sotto casa manca la macchina. Mentre il bambino è stato trovato morto in casa". Tra le ipotesi c'è quella che Najoua Minniti si sia gettata in mare con l'auto: il suo cadavere è stato trovato a Torre dell'Orso, ma della macchina ancora nessuna traccia.
Purtroppo nel 2024 le intenzioni della donna erano già state scritte in alcuni suoi messaggi inviati all'ex compagno. "Scriveva di essere già andata due volte con il bambino e la macchina di fronte al mare. Da qui l'ipotesi che si sia gettata in acqua", ha precisato l'avvocato Mario Fazzini. L'uomo aveva così presentato una segnalazione ai servizi sociali.
Cosa è successo subito dopo lo aveva spiegato Fazzini: "Il 16 dicembre 2024 il mio assistito aveva denunciato le frasi con l'intento suicidario da parte della sua ex compagna. Allora con l'intervento dei servizi sociali il bimbo era stato tolto alla madre e affidato al padre. Poi era stata fatta una relazione parzialmente positiva sulla situazione, così era stato trovato un accordo per l'affidamento condiviso. Con delle limitazioni, ad esempio che la donna non poteva portare fuori il bambino dalla residenza e tante altre cose. La donna avrebbero dovuto seguire un percorso con i servizi sociali per almeno un anno. Ma questa cosa non è mai successa". Infine la tragedia.
Il padre del piccolo era andato a prenderlo a scuola ma lì ha scoperto che non era mai entrato in classe. Così si è subito rivolto ai carabinieri. La svolta quando nel pomeriggio il corpo della donna era stato trovato in mare da un sub e recuperato dalla Guardia Costiera davanti ai faraglioni di Torre Sant’Andrea di Melendugno. Successivamente gli investigatori hanno trovato il cadavere del piccolo nel letto di casa con evidenti segni di soffocamento. Tutti gli accertamenti dovranno essere fatti ora dal medico legale.