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Matteo Messina Denaro

Elena, l’imprenditrice che denunciò Messina Denaro: “Fate nomi e cognomi di chi l’ha protetto”

A Fanpage.it parla Elena Ferraro, imprenditrice siciliana che dal 2014 è sotto scorta dopo aver denunciato il clan di Matteo Messina Denaro: “Mi hanno detto che sarei diventata la regina della sanità trapanese ma ho denunciato. Esorto gli altri imprenditori a fare lo stesso”.
A cura di Ida Artiaco
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"Sarei diventata una sorta di regina della sanità trapanese se avessi detto di sì alla loro richiesta. Ma non avrei avuto più il controllo dell'azienda. Avevo un senso di responsabilità verso il Paese".

A parlare è Elena Ferraro, imprenditrice siciliana che dal 2014 è sotto scorta dopo aver denunciato il clan di Matteo Messina Denaro, il super boss arrestato lo scorso 16 gennaio a Palermo, e che voleva portarle via la clinica privata di cui è titolare a Castelvetrano, paese natale del boss.

A Fanpage.it ha ricordato i difficili momenti vissuti qualche anno fa, quando fu vittima di un tentativo di estorsione.

"Nel 2013 ricevo la visita di un personaggio che si presenta come Messina Denaro nel mio ufficio. Chiaramente a Castelvetrano e non solo è un cognome noto. Questa persona ho scoperto poi essere Mario Messina Denaro, cugino di Matteo, in quel momento in sorveglianza speciale perché era già stato arrestato per estorsione. Nonostante tutto, ebbe il coraggio di presentarsi ugualmente presso il mio ufficio", ha spiegato Ferraro.

In quel momento, ha continuato, "mi fece una richiesta di estorsione abbastanza importante. Il mio centro di radiologia, che gestisco ancora oggi, doveva diventare struttura che doveva ripulire denaro sporco proveniente da attività illecite e sarebbe servito per mantenere la latitanza del boss e sostenere le famiglie dei carcerati. Io sarei diventata una sorta di regina della sanità trapanese se avessi accettato. Ma non avrei avuto il controllo dell'azienda".

Così, ha deciso di denunciare e per questo è stata messa sotto scorta. Con l'arresto di Matteo Messina Denaro qualcosa cambierà: "Lo stato c'è, le forze dell'ordine ci sostengono, la magistratura ci è vicina. Provo rabbia per chi non denuncia. A me non è accaduto nulla, ho avuto intimidazioni ma sono cose che si mettono in conto. Esorto i miei colleghi imprenditori a denunciare e a fare nomi e cognomi. Io avevo un senso di responsabilità nei confronti del Paese".

Cosa si aspetta ora? "Che vengano fuori i veri nomi, è sotto gli occhi di tutti che ci sono nomi eccellenti che hanno coperto la sua latitanza. Sono sicura che arriveranno", ha concluso.

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