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Ecco l’uomo del tritolo per la strage di Capaci. Arrestato

L’uomo recuperava l’esplosivo da relitti bellici e lo consegnava ai boss mafiosi. Secondo quanto emerso, il tritolo sarebbe stato utilizzato per numerose azioni: dalla strage di via Fauro a Roma al fallito attentato allo Stadio Olimpico.
A cura di Biagio Chiariello
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Ecco l'uomo del tritolo per la strage di Capaci. Arrestato

Ha 57 anni e abita a Santa Flavia, comune nei pressi di Palermo. Nella vita fa il pescatore e non ha alcun precedente penale. Ma stamattina gli investigatori della Dia di Firenze lo hanno arrestato sulla base di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del capoluogo toscano Anna Favi, su richiesta della Procura che indaga sulle stragi mafiose del 1993 a Firenze (Via Georgofili il 27 maggio), Roma (Via Fauro il 14 maggio del 1993, San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro il 28 luglio '93 e allo Stadio Olimpico il 23 gennaio del 1994) e Milano (via Palestro il 27 luglio), ma anche per l'eccidio di Capaci in cui furono uccisi persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.

C.D.A è accusato di strage, devastazione e di detenzione di un ingente quantitativo di esplosivo, per aver concorso ai suddetti attentati, tra l'altro, con i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano, Filippo e Giuseppe Graviano e Matteo Messina Denaro. Secondo l'accusa, l'uomo recuperava il tritolo da relitti bellici e lo consegnava al commando predisposto dal boss Francesco Tagliavia. Tagliavia è stato l'ultimo boss ad essere stato condannato in primo grado a Firenze, nel 2011, per le stragi. Gli investigatori risalirono a Tagliavia grazie alle testimonianze del collaboratore Gaspare Spatuzza. D'Amato è parente del boss palermitano Cosimo Lo Nigro, già condannato per le stragi, ma mai entrato nell'inchiesta.

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