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È grave il prof che si è dato fuoco a Rende, il sindaco a Fanpage: “Istituzioni devono fare di più”

Resta in gravi condizioni il giovane docente che si è dato fuoco davanti alla caserma dei carabinieri di Rende. Il sindaco Marcello Manna a Fanpage.it: “Non so cosa lo abbia spinto a un gesto simile, ma dietro c’è sicuramente un disagio, psicologico, sociale o di altra natura e bisogna capire bene cosa è accaduto”.
A cura di Francesca Lagatta
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Il sindaco di Rende Marcello Manna
Il sindaco di Rende Marcello Manna

Marcello Manna, sindaco di Rende, è ancora fortemente scosso per quello che è accaduto nella sua città. Un giovane docente di Cosenza, F.C., 33 anni, ieri si è cosparso di benzina e si è dato fuoco davanti la caserma dei carabinieri. Ora il giovane è in condizioni disperate, ma vivo, grazie a due persone che hanno rischiato la loro stessa vita pur di salvarla al malcapitato.  Il 33enne, raccontano i testimoni, è arrivato a Rende con l'auto, ha parcheggiato e poi ha dato fuoco al suo dolore. Nessuno sa il perché del tragico gesto: il ragazzo non ha lasciato biglietti né ha proferito parola prima di essere avvolto dalle fiamme. "Non conosco il ragazzo – dice il primo cittadino a Fanpage.it – non so cosa lo abbia spinto a un gesto simile, ma dietro c'è sicuramente un disagio, psicologico, sociale o di altra natura e bisogna capire bene cosa è accaduto". Solo perché una cosa del genere non accada mai più.

Lo sciacallaggio mediatico

Mentre il giovane bruciava, le persone presenti urlavano disperate ma continuavano a riprendere la scena col cellulare. Invece dall'altra parte della strada, due persone, Roberto Viatore e Dmytro Berezyak, gommisti in un'officina, hanno imbracciato gli estintori e si sono fiondati sul ragazzo per cercare di spegnere le fiamme, come ha fatto poi un anche carabiniere allertato dalle urla. La scena raccapricciante poco dopo è finita sui social. "Quel video ha indignato tutti – ha detto Manna – istituzioni e cittadini. Non so quante chiamate e quanti messaggi ho ricevuto. La gente mi chiedeva di intervenire e bloccare la diffusione dei video. Ma come si fa? Una volta che un video viene pubblicato, è impossibile fermarlo. Molti cittadini si sono arrabbiati, non si può assistere a una cosa del genere".

Fiumi di parole nelle chat

È per questo che ieri Manna, qualche ora più tardi, ha chiesto a tutti di rispettare la tragedia col silenzio. Ma così non è stato. Nel pomeriggio in diverse chat, anche no-vax, sono circolate diverse teorie sulle cause che avrebbero spinto il giovane al gesto disperato. "Al momento nessuno sa quale siano i motivi e comunque prima di diffondere certe teorie – spiega il sindaco di Rende -, si dovrebbe essere certi di ciò che si dice onde evitare ulteriori danni". Quel che si sa con certezza, al momento, che il giovane è un insegnante e che esercitava la sua professione al nord, in Lombardia, e che era tornato il Calabria solo di recente. "Ringrazio quanti sono intervenuti e hanno evitato conseguenze peggiori – dice ancora Manna – ringrazio i carabinieri i due ragazzi che hanno spento le fiamme".

Come sta il docente che si è dato fuoco a Rende

Incredibilmente, dopo essersi dato alle fiamme, il giovane era rimasto cosciente e si era seduto da solo su un marciapiede in attesa dei soccorsi. È stato dapprima trasportato all'ospedale Annunziata di Cosenza, ma lì le sue condizioni si sono aggravate, e successivamente è stato trasferito al centro Grandi ustionati di Napoli. "Sono costantemente aggiornato sull'evoluzione della vicenda. La situazione è delicata – afferma il primo cittadino – è presto per stabilire come e quando il giovane sarà operato, ha ustioni su quasi tutto il corpo".  Ad ogni modo le sue condizioni di salute, attualmente, sarebbero stabili e questo fa ben sperare.

Il mea culpa

Manna è un veterano della politica calabrese e da qualche mese riveste anche il ruolo di presidente dell'Anci Calabria, l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. Per questo le sue parole suonano come una sorta di confessione: "Le istituzioni devono fare di più, devono essere più vicine al disagio sociale. I sindaci a volte si trovano a combattere a mani nude, senza strumenti finanziari. Le società si devono riorganizzare. Bisogna intervenire, essere pronti al dialogo". Poi lancia un appello ai giovani, la cui serenità è stata fortemente turbata da due anni di pandemia e restrizioni: "Bisogna avere fiducia, le cose si possono sempre sistemare". Intanto la Calabria continua a sperare.

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