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Droga nelle camerette dei bimbi e baby pusher in bici: smantellato traffico di droga a Palermo

L’attività di spaccio si serviva di decine di persone organizzate su turni di sei ore h24 in modo da assicurare la copertura anche di notte e nessuno della famiglia era escluso. Gli indagati non si fermavano davanti a nulla, lo spaccio avveniva anche davanti alla scuola del quartiere mentre in alcuni casi venivano usate le camerette dei figli piccoli per stoccare, lavorare e vendere le sostanze.
A cura di Antonio Palma
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Interi gruppi famigliari con moglie, marito e figli impegnati nello smercio di enormi quantitativi di droga per il cui stoccaggio, raffinazione e vendita non esitavano a usare anche le camerette dei bambini. È quanto hanno scoperto i carabinieri di Palermo nell’ambito dell’operazione “Nemesi” che nelle scorse ore ha portato all’emissione di 58 provvedimenti cautelari da parte del Gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano volti allo smantellamento di un florido giro di droga nel quartiere dello Sperone. Tra provvedimenti restrittivi, eseguiti oggi dagli stessi militari dell’arma, hanno portato  all’arresto di 37 persone in carcere, di altre 20 ai domiciliari e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, lo spaccio di droga allo Sperone, tra le più grandi pazze di spaccio del Sud Italia, era una questione familiare visto che interi nuclei erano impegnati costantemente nell’attività usando in alcuni casi anche minorenni per la cessione degli stupefacenti. In realtà gli indagati non si fermavano davanti a nulla, lo spaccio avveniva anche davanti alla scuola del quartiere mentre in alcuni casi venivano usate le camerette dei figli piccoli per stoccare, lavorare e vendere le sostanze. Per passare inosservati venivano poi usati baby pusher che si muovevano in bici per consegnare le dosi di droga.

Nel giro d’affari criminale, quantificato dagli inquirenti in oltre un milione e mezzo di euro all’anno, erano coinvolti tre gruppi criminali ognuno dei quali con a capo una famiglia. L’attività di spaccio si serviva di decine di persone organizzate su turni di sei ore h24 in modo da assicurare la copertura anche di notte e nessuno della famiglia era escluso. Mogli e madri infatti collaboravano attivamente nella gestione dello spaccio ad esempio attraverso contatti con i fornitori e nel tenere la contabilità delle piazze di spaccio ma in molti casi, quando gli uomini venivano arrestati, erano pronte a rimpiazzarli alla guida del gruppo per far proseguire l’attività

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