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Dove sarà realizzato il deposito di rifiuti radioattivi in Italia: l’elenco delle 51 aree idonee

Il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato la lista delle 51 aree ritenute idonee alla realizzazione del Deposito nazionale di rifiuti radioattivi in Italia. Sei le regioni interessate: Basilicata, Puglia, Lazio, Piemonte, Sardegna e Sicilia.
A cura di Antonio Palma
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Pubblicata la lista delle 51 aree ritenute idonee alla realizzazione del Deposito nazionale di rifiuti radioattivi in Italia. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica infatti ha reso pubblico, sul proprio sito istituzionale, l’elenco delle aree presenti nella proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) ad accogliere in via definitiva i rifiuti radioattivi di bassa e media attività.

Si tratta appunto di 51 zone i cui i requisiti sono stati giudicati in linea con i parametri previsti dalla Guida tecnica Isin per la realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, che recepisce le normative internazionali per questo tipo di strutture. La Carta con i 51 siti è stata elaborata dalla Sogin, sulla base delle osservazioni emerse a seguito della consultazione pubblica e del Seminario nazionale condotti dopo la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), e approvata dall’Ispettorato nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (Isin).

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Nel dettaglio si tratta di dieci zone in Basilicata; altre quattro a cavallo tra la stessa Basilicata e la Puglia; una in Puglia; 21 nel Lazio, tutte in provincia di Viterbo, 5 in provincia di Alessandria, in Piemonte; 8 in Sardegna, tra Oristano e Sud Sardegna, e 2 in Sicilia in provincia di Trapani. Non è detto però che siano obbligatoriamente queste le zone interessate dal deposito. Le Regioni e gli Enti locali nei cui territori ricadono le aree idonee, infatti, devono esprimere manifestazioni di interesse, volontarie e non vincolanti, mentre gli enti territoriali le cui aree non sono presenti nella proposta di CNAI possono presentare la propria autocandidatura.

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Gli enti territoriali le cui aree non sono presenti nella proposta di CNAI, nonché il Ministero della difesa per le strutture militari interessate, entro trenta giorni, infatti possono presentare la propria autocandidatura a ospitare il Deposito nazionale e il Parco tecnologico e chiedere al MASE e alla Sogin di avviare una rivalutazione del territorio stesso, al fine di verificarne l’eventuale idoneità. Possono inoltre presentare la propria autocandidatura, entro lo stesso termine, anche gli enti territoriali le cui aree sono presenti nella proposta di CNAI.

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Il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico sarà costruito all’interno di un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al Deposito e 40 al Parco Tecnologico. All’interno dei 110 ettari del Deposito Nazionale, in un’area di circa 10 ettari, sarà collocato il settore di smaltimento per i rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività e in un’area di circa 10 ettari i quattro edifici di stoccaggio per i rifiuti radioattivi a media e alta attività. I rimanenti 90 ettari sono destinati alle aree di rispetto, agli impianti per la produzione delle celle e dei moduli, all’impianto per il confezionamento dei moduli, agli edifici per il Controllo Qualità, Analisi radiochimiche, e per i servizi a supporto delle attività. ​

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