Donna si cuce la bocca per protesta: “Alluvionata nel 2010, non ho ancora visto un euro dallo Stato”

La protesta ricorda quella dei detenuti nei Cie, ma a metterla in pratica è stata una donna Italiana di Salerno – Luciana Di Mieri – che ha deciso di cucirsi la bocca per protesta: "Sono profuga. La mia casa è andata persa nell’alluvione del 2010. Nessuno mi aiuta. Mi sono cucita la bocca per protesta. Ho fatto come i profughi di Lampedusa: ma è solo un trucco. La mia vuole essere una provocazione. Non si può dar credito agli stranieri anche quando fingono e ci si dimentica invece dei cittadini italiani". La donna, che in quell'occasione perse la casa e tutti i locali della propria azienda agricola che operava nel settore dell’olivocultura, conclude: "Lo Stato – racconta – non mi ha riconosciuto un centesimo di indennizzo".
Eppure è dell'agosto scorso la notizia che la Giunta Regionale ha destinato 5 milioni di euro, assegnati dal Mipaaf, alle imprese agricole della provincia di Salerno interessate dall'alluvione che si verificò tra il 7 e il 10 novembre del 2010. Le aree colpite dalle alluvioni sono comprese nei territori della provincia di Salerno, delle comunità montane Alburni, Calore Salernitano, Alto Medio Sele Tanagro, Vallo di Diano, Alento Monte Stella, Gelbison Cervati, Monti Lattari e Bussento Lambro e Mingardo. "Alla luce – spiegava Daniela Nugnes, assessore all'Agricoltura della Regione Campania – di un andamento congiunturale negativo, caratterizzato dalla contrazione dei consumi alimentari e delle esportazioni e della forte crisi economica che sta vivendo il comparto agricolo, ed essendo la somma assegnata dal Ministero meno del 5% del fabbisogno stimato, abbiamo ritenuto opportuno dare precedenza alle esigenze primarie delle imprese agricole. Successivamente gli uffici della struttura provvederanno ad effettuare il riparto, l'impegno e la liquidazione dei fondi stanziati in misura proporzionale all'entità dei danni accertati".