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Donna incinta morta davanti all’ospedale, Procura chiede autopsia. Il sindacato dei medici: “Troppi tagli”

È stata disposta l’autopsia per la 40enne Kulwinder Kaur, la donna incinta morta davanti al pronto soccorso di Montecchio che era chiusa. Il sindacato dei medici attacca: “Troppi tagli nella gestione delle emergenze”
A cura di Gabriella Mazzeo
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È stata disposta l'autopsia sul corpo di Kulwinder Kaur, 40enne incinta del terzo figlio e già madre di due bambine morta tra le braccia del marito nella notte tra lunedì e martedì davanti al Pronto soccorso di Montecchio, che allora era chiuso. Sono ancora tantissimi gli interrogativi rimasti irrisolti e si dovrà inoltre capire se la tragedia poteva essere evitata con un intervento tempestivo da parte dell'ambulanza e del pronto soccorso dopo la chiamata al 118.

Le forze dell'ordine hanno raccolto i racconti di parenti, sanitari e di altri testimoni. La Procura valuterà eventuali altri approfondimenti sulle modalità in cui il servizio di emergenza-urgenza si è mosso dopo la telefonata fatta dal marito della 40enne.

Secondo quanto rilevato dai primi racconti del marito e dell'amico di famiglia che aveva accompagnato la neo-mamma in auto in ospedale, dopo la prima chiamata al 118 la donna aveva iniziato a peggiorare. Il tempo di attesa per l'intervento dell'ambulanza aveva poi spinto i familiari della 40enne a intraprendere il viaggio verso l'ospedale in macchina.

Lo Snami i (sindacato autonomo medici), secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, ha lamentato tagli al sistema sanitario locale (mezzi medicalizzati, pronto soccorso a singhiozzo, riconversioni di Punti di primo intervento in Cau) che nell'ultimo anno hanno innescato una specie di roulette russa dei soccorsi medici.

Duri anche i commenti della politica. Paola Soragni (ex M5s) ha dichiarato: "I pronto soccorso sono stati chiusi o ridimensionati (Scandiano, Montecchio e Correggio) e i reparti nascite chiusi (Castelnovo Monti). Se mancano i medici per fornire un adeguato servizio ai cittadini non è per causa del fato, ma per scelte politiche. Non si dica che mancano soldi e risorse".

Agghiaccianti i dati forniti dal sindacato autonomo dei medici: "Nel 2023 sono stati 1.086 i pazienti in comprovate condizioni critiche che hanno raggiunto i Pronto soccorso della provincia reggiana senza assistenza medica (circa 3 pazienti al giorno) e 1.469 sono state le attivazioni in codice rosso da parte della centrale operativa senza possibile attivazione contestuale del mezzo avanzato medicalizzato".

Il taglio nel dicembre 2023 dell’automedica di Montecchio ha peggiorato la situazione in Val d’Enza. La popolazione della Val d'Enza con 62mila abitanti su 240Kmq deve attendere l'arrivo dell'automedica 118 con sede a Traversetolo in caso di pericolo di vita o quella in partenza dal centro città di Reggio.

Risulta allora comprensibile, spiegano i sindacati, recarsi al pronto soccorso di Montecchio presi dal panico senza valutare, senza ricordare o forse senza sapere che il servizio non è attivo.

"La responsabilità – conclude il sindacato – è unicamente di chi ha dato le linee di organizzazione del sistema, assolutamente non condivise dai medici dell’Emergenza. È sempre più evidente la distanza tra gli operatori sul campo e il management che pare vivere su un altro pianeta".

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