Detenuto prelevato in cella e picchiato, 10 agenti penitenziari sospesi e accusati di tortura

Tortura e lesioni ai danni di un detenuto e falso ideologico per aver redatto relazioni sui fatti diverse dalla realtà, sono queste le pesanti accuse ipotizzate dalla Procura di Reggio Emilia nei confronti di dieci agenti di polizia penitenziaria in servizio nel carcere reggiano che sono indagati e sono stati ora sospesi dal servizio con obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria.
La misura cautelare nei confronti dei poliziotti, che è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari su richiesta dei pm, è arrivata oggi al termine di una complessa indagine partita nei mesi scorsi dopo la denuncia di un detenuto rinchiuso nella casa circondariale di Reggio Emilia e poi trasferito ad altro carcere. I fatti contestati ai dieci agenti infatti risalgono allo scorso mese di aprile, nella settimana prima di Pasqua, precisamente il lunedì sella settimana santa quando, stando al racconto del detenuto, un gruppo di agenti lo avrebbe pestato selvaggiamente dopo averlo prelevato dalla sua cella.
Stando al suo racconto, ritenuto attendibile dai magistrati, il pestaggio sarebbe avvenuto il 3 aprile scorso quando i poliziotti lo avrebbero fatto stendere sul pavimento, con la faccia rivolta verso terra e, dopo avergli avvolto la testa con un tessuto, lo avrebbero preso a calci e pugni dall'alto. Il pestaggio sarebbe andato avanti per qualche minuto e poi il detenuto sarebbe stato portato in cella di isolamento.
Il fatto infine sarebbe stato nascosto dalla relazione di servizio stilata dagli agenti che avrebbero segnalato invece il detenuto per i suoi comportamenti autolesionistici ed esagitati. Comportamenti tutti da verificare ma che gli inquirenti hanno cercato di ricostruire anche attraverso i video delle telecamere di sorveglianza interne fino ad arrivare alle misure cautelari di queste ore.