Delitto di Garlasco, cos’è questa storia delle tracce di Dna femminile trovate vicino al corpo di Chiara Poggi

Tracce di Dna femminile trovate sulla scena del delitto di Garlasco. È questa la novità che sta circolando da qualche giorno sul caso dell'omicidio di Chiara Poggi, trovata morta nella sua casa il 13 agosto 2007.
Si tratterebbe di materiale genetico di una donna repertato nei primi sopralluoghi del Ris di Parma su alcuni oggetti dell'abitazione dove la ragazza venne uccisa, riportano alcune fonti. Fanpage.it ha contattato il genetista Marzio Capra, ex vicecomandante del Ris di Parma e consulente della famiglia Poggi che da quasi 18 anni lavora al caso.
Secondo l'esperto, si tratterebbe di una rivelazione infondata: "Non è che nel momento in cui non viene rimesso alcun profilo genetico ci si può inventare che sia di un soggetto femminile".
"In quelle relazioni del 2007, che ho avuto modo di ricontrollare e rileggere, è stato scritto che nell'estratto di Dna recuperato da alcune tracce era presente del Dna umano, senza specificarne la quantità. La quantificazione, per quanto riguarda il Dna totale, ha mostrato tracce di Dna umano ma, per quanto riguarda il maschile, non le ha rilevate", spiega.
Il metodo utilizzato allora era infatti molto più vecchio rispetto a quello odierno, allora era "estremamente impreciso", osserva ancora Capra. "Le sonde per il Dna erano utilizzate da anni, quelle per il Dna maschile lo erano da poco, i marcatori non erano così performanti, quindi la possibile presenza di un Dna maschile poteva essere sottostimata".
Per questo, "il fatto che non fosse stato rilevato da un punto di vista quantitativo, non voleva dire che non era presente ma che non era stato rilevato al momento. Tutto questo è stato poi superato da successivi accertamenti che hanno determinato l'inutilizzabilità di quelle tracce per la determinazione di un profilo genetico".
Le tracce di cui si è parlato nei giorni scorsi, quindi, non avrebbero rimesso un profilo di Dna femminile. Si tratterebbe solo di tracce dove era presente del Dna e nelle quali, cercando caratteristiche maschili, non erano state riscontrate. "Questo non vuol dire però che non ce ne fossero", precisa il genetista.
"Dopodiché si è cercato di trovare un profilo genetico e il risultato che è emerso è che il materiale era troppo basso per essere utilizzato efficacemente. – conclude – E il Dna ha valore nel momento in cui viene ottenuto un risultato che può essere confrontabile".