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Da tre anni ospita migranti a casa sua: vince il premio di “cittadino europeo dell’anno”

Il professor Antonio Silvio Calò da tre anni a questa parte infatti ospita nella sua casa sei migranti. “Diamo eco a questo premio che dice una cosa importante: l’Italia è anche questo, non solo quello che si è sentito in campagna elettorale”.
A cura di Davide Falcioni
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Ha 57 anni, insegna storia e filosofia al Liceo Classico Canova di Treviso e alcuni giorni fa ha ricevuto una lettera del vicepresidente del Parlamento europeo, Sylvie Guillaume, che gli ha comunicato che a lui sarebbe stato conferito il premio di Cittadino Europeo dell'anno. Il professor Antonio Silvio Calò da tre anni a questa parte infatti ospita nella sua casa sei migranti, in onore a quegli ideali di uguaglianza e solidarietà nei quali crede da sempre. Inizialmente non voleva che si sapesse troppo in giro, convinto che "il bene si fa, ma non si dice", ma alla luce delle ultime vicende e del clima in Italia ha deciso di uscire allo scoperto: “Suonino le trombe per questo premio, speriamo che svegli gli animi. Non lo dico per me, ma per il segnale che abbiamo lanciato, qui, dall’Italia”, ha detto il professore a Il Fatto Quotidiano. Oltre a lui, riceveranno lo stesso premio anche la Fondazione bresciana Assistenza Psicodisabili Onlus (Bap), don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione ‘Casa della carità’, e la dottoressa Paola Scagnelli, che è primario e medico volontario in Tanzania.

Antonio Silvio Calò vive a Povegliano, in provincia di Treviso, e nel 2015 per la prima volta si è recato in Prefettura per offrire il suo aiuto: “Se serve aiuto per l’accoglienza, sono disponibile a ospitare un gruppetto di migranti. Voglio dare una mano”. Disponeva di alcune stanze e di una taverna libere. E così aveva predisposto le suppellettili per accogliere sei africani. “L’accoglienza è un tema universale. Altrimenti torniamo alla barbarie. C’è in giro un venticello pericoloso, offensivo per le persone”, ha commentato il professor Calò, il cui gesto assume un valore ancora più alto in una terra in cui la Lega la fa da padrona. “Sono emozionato e felice, non mi vergogno. Non ho mai sfruttato i giornali, ma ora li sprono a scrivere. Diamo eco a questo premio che dice una cosa importante: l’Italia è anche questo, non solo quello che si è sentito in campagna elettorale”.

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