Da spalti insulti razzisti al calciatore, compagni escono dal campo: “Non ci importa della squalifica”
“Ci assumeremo tutte le responsabilità, qualsiasi sia la decisione del Giudice sportivo, coscienti del fatto che è stato compiuto un atto giusto”, così giocatori e dirigenti di una squadra di calcio veneta hanno difeso la loro scelta di abbandonare il campo da gioco dopo che un calciatore nero della loro squadra era stato preso di mira dai tifosi avversari con insulti razzisti urlati dagli spalti mentre si giocava una partita di Prima Categoria. L’episodio, come racconta Il Gazzettino, si è consumato durante la consueta partita domenicale a Cison di Valmarino, in provincia di Treviso, mentre era in corso l’incontro tra la squadra di casa e il San Michele Salsa di Vittorio Veneto, altra compagine trevigiana.
L’episodio incriminato è avvenuto a al venticinquesimo minuto del primo tempo di gioco quando dalle tribune si è sentito un chiaro insulto razzista nei confronti del giocatore della squadra ospite, il numero sei Ouseynou Deidhiou. Quel “Stai zitto negrone” urlato dagli spalti non è passato certo inosservato e ha scatenato subito la reazione del capitano della squadra del giocatore insultato, Miki Sansoni, che si è avvicinato a bordo capo e ha dato dell’ignorante allo spettatore. La scena non è piaciuta all’arbitro che ha espulso il calciatore ma a questo punto il capitano del San Michele ha chiesto agli altri calciatori di seguirlo e tutti insieme i compagni hanno lasciato il campo rendendo impossibile proseguire la gara che infatti è stata sospesa.
La decisione ha ricevuto il plauso di tutta la squadra ma anche dell'allenatore e del dirigente del San Michele che ha dichiarato: "I ragazzi in campo sono persone adulte, libere, intelligenti e mature. Ci assumeremo tutte le responsabilità, qualsiasi sia la decisione del Giudice sportivo". L'episodio infatti sarà analizzato dunque dal giudice sportivo, le cui decisioni sono attese mercoledì.