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Da 16 anni in Italia, gli negano la cittadinanza perché non conosce tutti i politici

Il caso di Addai Richie è stato raccontato da Il Fatto Quotidiano che due giorni fa ha denunciato la “bocciatura” del ghanese colpevole di aver dato qualche risposta sbagliata al “quiz politico” della questura di Pordenone. Ma poi il Ministero gli ha concesso la cittadinanza a tempo record.
A cura di Susanna Picone
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Il Fatto Quotidiano ha sollevato due giorni fa il caso di Addai Richie, un ghanese che vive con la sua famiglia in Italia da sedici anni. Un operaio 42enne dell’Elecrolux di Porcia con quattro figli da mantenere e una moglie che non lavora. Un ghanese che parla bene l’italiano e che, come tantissimi italiani, sa più di calcio che di politica. E la sua colpa sarebbe stata proprio questa: Addai Richie è stato “interrogato” dalla questura di Pordenone e non ha saputo rispondere a tutte le domande. Per esempio credeva che Grillo fosse solo un comico. E Berlusconi il presidente del Milan. Poi si sarebbe confuso con qualche data, feste nazionali, personaggi storici come Garibaldi. Questo è bastato perché dalla questura indicassero “parere sfavorevole” alla concessione della cittadinanza italiana. Il risultato del quiz politico a cui è stato sottoposto Addai avrebbe stabilito che il ghanese non è ancora pronto per essere cittadino italiano. Una bocciatura che avrebbe dovuto rimandare di molto la sua possibilità di diventare italiano. Eppure sembra che, a 48 ore dalla denuncia del Fatto Quotidiano, qualcosa sia cambiato. E il ghanese sembra aver ottenuto la sua cittadinanza italiana: il giornale scrive che il vice questore di Pordenone ha fatto sapere che la richiesta è stata accolta e dovrà solo essere ufficializzata all’interessato. Lo stesso interessato che l’avrebbe saputo solo ieri, dopo che il caso è stato sollevato. È lui stesso a gioire ma a non capacitarsi dell’evoluzione della sua richiesta.

Le domande de Il Fatto alla questura di Pordenone – Si tratta di un record rispetto ai tempi di concessione di solito più lunghi. In merito al caso Addai il Fatto ha chiesto al questore di risolvere alcuni “misteri”: per esempio quante altre valutazioni negative sono state frutto di un interrogatorio politico. Oppure chi ha effettuato quello del ghanese. E da parte dei questore ci sarebbe stato “un imbarazzato silenzio”: De Bernardin sostiene di non avere dati su quanti pareri (negativi o positivi) la Questura trasmetta alla Prefettura e quindi al Ministero per le sue valutazioni. E non dice chi ha interrogato Addai. Una risposta al Fatto in merito a quest’ultimo interrogativo la dà un avvocato secondo il quale a fare il colloquio sono agenti di polizia “senza alcuna qualifica specifica o preparazione adeguate a giudicare le conoscenze di un’altra persona, non sono maestri elementari, non hanno fatto alcun corso e interpretato le cose in modo soggettivo e personale”. E intanto, al di là della vicenda di Addai Richie, altri casi di quiz politici starebbero spuntando anche in altre regioni, per esempio in Lombardia.

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