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Crisanti ora è ottimista: “Siamo all’uscita del tunnel, correre rischi inutili è sbagliato”

Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, è più ottimista rispetto a qualche settimana fa sulla pandemia di Covid-19 in Italia: “Dopo 125mila morti, ogni vita conta e a maggior ragione visto che la luce alla fine del tunnel è alla portata di tutti non vedo perché correre rischi inutili”.
A cura di Ida Artiaco
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"Non mi pento di essere stato pessimista, ma ora siamo all'uscita dal tunnel". Andrea Crisanti, professore di microbiologia dell'Università di Padova, è intervenuto nel corso della trasmissione di La7 Piazzapulita in cui ha fatto il punto della situazione Covid.19 in Italia, sottolineando come i dati siano in netto miglioramento. "Rispetto alla strada tracciata dall'Inghilterra – ha spiegato l'esperto – nessuno avrebbe potuto prevedere cosa sarebbe successo. Se si chiedesse a un medico tra l'applicare una procedura sicura e una che invece è un rischio penso che il paziente vorrebbe sentirsi dire la prima. Dopo 125mila morti, ogni vita conta e a maggior ragione visto che la luce alla fine del tunnel è alla portata di tutti non vedo perché correre rischi inutili".

L'importante è continuare a ritmo sostenuto con la campagna di vaccinazione. "La probabilità di infezione per una persona che ha ricevuto 2 dosi di vaccino è estremamente bassa. Ma è una probabilità che esiste. Inizieremo a toglierci la mascherina all'aperto quando il 60-70% di persone sarà vaccinata e la probabilità di infettare e infettarsi sarà molto bassa. È importante vaccinare anche i minori, altrimenti non si arriva all'immunità di gregge", ha sottolineato ancora Crisanti, collegato da Londra.

Proprio all'Inghilterra l'esperto ha sempre guardato come metro di paragone per quanto riguarda i vaccini e le riaperture: "Nel Regno Unito c’è una prudenza estrema perché la seconda ondata ha avuto un impatto devastante, anche sulla politica e sulla scienza – ha spiegato -. Non vogliono mettere a repentaglio i risultati raggiunti, hanno un’attenzione maniacale nei confronti delle varianti e credo sia totalmente giustificato. C’è un focolaio di variante indiana in una zona e hanno mobilitato tutte le capacità di vaccinazione per intervenire in quell’area in 4-5 giorni".

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