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Covid 19

Crisanti: “A Natale non chiudere negozi, ma evitare spostamenti tra regioni e riunioni familiari”

Secondo Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di Microbiologia all’Università di Padova, ” Natale non chiudere i negozi anzi allungare gli orari, la cosa da evitare è lo spostamento tra regioni e i raggruppamenti familiari”. Sul Veneto, al momento la regioni con il più alto incremento giornalieri di contagi: “Dovrebbe andare in zona rossa per almeno due o tre di settimane”.
A cura di Ida Artiaco
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"A Natale non chiudere i negozi anzi allungare gli orari, la cosa da evitare è lo spostamento tra regioni e i raggruppamenti familiari". È questa la proposta avanzata da Andrea Crisanti direttore del laboratorio di Microbiologia all'Università di Padova, intervenuto questa mattina ai microfoni di 24Mattino su Radio 24. Nel corso della trasmissione l'esperto ha fatto il punto della situazione sull'emergenza Coronavirus in Italia alla vigilia delle vacanze di Natale, in attesa di conoscere le nuove misure restrittive che il governo si appresta a varare nelle prossime ore per evitare l'arrivo di una terza ondata della pandemia ad inizio gennaio. Crisanti ha parlato anche del Veneto, finora rimasto in zona gialla ma che al momento è la regione che fa registrare il più alto incremento giornaliero di nuovi casi e con un sistema sanitario sotto pressione.

"Le zone gialle non riescono ridurre i contagi, e non dipende dal numero delle terapie intensive, l'uso dei test rapidi non si può usare per difendere i più fragili. Il Veneto dovrebbe andare in zona rossa per almeno due o tre di settimane", ha spiegato anche il microbiologo, che ha aggiunto che "valutare il sistema sul numero delle terapie intensive è sbagliato, la forza di una catena si valuta sull'anelo più debole non su quelli di forza". Sulla riapertura delle scuole, altro tema caldo all'ordine del giorno, Crisanti ha affermato che "i bambini più piccoli secondo studi sono più resistenti al virus, aprirei un distretto scolastico per sperimentare e capire cosa succede, ma c'è anche la questione dei trasporti da risolvere". Anche nei giorni scorsi l'esperto aveva sottolineato che "se torniamo con la didattica in presenza e con l'assoluta libertà di movimento non abbiamo strumenti per prevenire la terza ondata, perché i tempi per la vaccinazione saranno lunghi. Fino al 7 gennaio i casi diminuiranno ancora, perché ci saranno ancora le restrizioni in vigore. Secondo me verso la fine di gennaio probabilmente aumenteranno, proprio con la riapertura delle scuole".

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